sabato 20 aprile 2013
Mobili e Design 2013
Questa é proprio una circostanza ambigua.
Salone del Mobile Milano 2013.
Organi di stampa pro-crisi. Governo inesistente. Italia verso il baratro. Esodati. Milioni di disoccupati e ancor più persone non iscritte alle liste di collocamento ma senza occupazione.
Eppure...
Eppure oggi, un venerdì come altri, ho visto una città invasa da orde di consumatori consumati, sorridenti e apparentemente spensierati. Ho osservato i negozi dei quartieri chic colmi di stranieri assonnati ad attender mogli cullate da hostess ben addestrate che contemporaneamente non facevano mancare qualsiasi drink al maschio pagante.
Qua e la artisti di strada e mendicanti a ricordare che nulla é cambiato negli ultimi trent'anni nonostante tg e pseudo rotocalchi serali vogliano convincerci del contrario.
É tutta una farsa. L'unica differenza é che che questa volta non ci sarà alcun bis e che il palcoscenico non é più a carattere regionale ma mondiale.
Altre scale di valori, comparse estremamente più numerose, fondali magnifici ma alla fine le materie prime son sempre quelle e qui sta il vero problema.
Ho osservato divertito una vetrina nella quale facevano bella mostra di se alcune pochette (dico alcune per far comprendere la natura del prodotto seriale e non artigianale) di un noto stilista italiano in vendita alla "modica" cifra di € 6.200,00 cad.
Ho potuto constatare molti altri esempi come quello e mi sorgono alcuni interrogativi in merito. Chiaramente c'é chi può spendere cifre simili per un prodotto totalmente inutile (fatto salvo un accrescimento del proprio narcisismo inversamente proporzionale alla capacità di dimostrare altri valori col proprio essere) ma il farlo comporta l'incapacità di saper attribuire il giusto valore alle cose. Qui non si tratta di far "girare l'economia" ma di arricchire chi ha saputo fare del proprio nome uno status symbol a discapito di lavoratori che per pochi euro si trovano a dover realizzare i capricci di qualcun altro.
Le innovazioni e il design del 2013.
Per capire a che punto siamo rispetto ai gloriosi anni '60 e '70 basta guardare una puntata di "Spazio 1999" o un film come "2001 odissea nello spazio" ed uscire di casa, sedersi sulla propria autovettura alimentata a benzina ed accendere un motore inventato nella seconda metà del '800: questo é il processo evolutivo tecnologico ambientalmente distruttivo a cui siamo arrivati.
Siamo in una fase di stasi o più precisamente di avanzamento a rilento a causa di interessi millenari ancora incancreniti nel tessuto sociale mondiale. Sembra paradossale ma il vero incremento evolutivo si avrà solo quando il motore trainante della ricerca e sviluppo non sarà più il profitto. Utopia o meno non si pone alcuna scelta in tal senso e quindi prima ci renderemo consapevoli del filo invisibile che ci unisce tutti indistintamente prima tutto tornerà armonioso e sereno.
Oggi a Milano ho visto tornare prepotentemente in auge le caste. Il gap sociale si sta ripresentando a livelli insostenibili e questo potrebbe comportare numerose nuove Marie Antonietta.
Al salone satellite come ogni anno invece é possibile prendere una boccata di ossigeno. Giovani entusiasti e speranzosi con mille idee innovative in testa e un sorriso costantemente stampato sul viso. Bello! Progetti a basso impatto ambientale, low cost imprinting, social design, umiltà e positività. Questo è il vero bacino a cui attingere ridisegnando tutto il processo produttivo e distributivo degli oggetti che disegnano il nostro spazio e che sono prerogativa al nostro universo emozionale fatto di sensi più o meno sviluppati.
Come per la politica anche nel design e nello stile italiano c'è bisogno di un drastico cambio di scena. Nuovi attori e nuova regia per uno spettacolo che non potrà più essere rappresentato su di un palcoscenico ma direttamente nell'anima dello spettatore protagonista.
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