mercoledì 17 ottobre 2007

METTI UNA SERATA COSI'...

Esiste una questione prettamente temporale.
Mille post in testa che il tempo non permette di trasferire quassù.
Come quando vado a far la spesa, frugo nella mente cercando un ordine di qualche tipo per non scordar nulla. Cerco, tra mille emozioni, suoni, ricordi, passioni. Accade tutto talmente alla svelta che i sapori si confondono in bocca. Sinapsi neurali inspiegabili. Innumerevoli.
Una sera nel bel mezzo della settimana finisce per trasformarsi in un micro week end.
C'è lei e c'è la sua amica. Gli altri non si vedono. Ma quali altri? Gli altri siamo noi!
Signori e signore allacciatevi le cinture che si parte. Le uscite di sicurezza si trovano ai lati dell'apparecchio. In caso di perdita di press... ah, già, siamo su un auto. Niente hostess.
Va beh, il viaggio inizia comunque. La strada deserta ci scivola attorno come un enorme serpente nero. I Muse riempiono l'abitacolo...our time is running out... Non passa troppo tempo e d'improvviso lo scenario cambia. Luci, gente, auto, locali. E proprio uno di questi è la nostra meta. Un mucchio di gente fuori e l'unico posto auto in una viuzza imboscatissima e non troppo vicina.
Questa sera suona un gruppo rock piuttosto conosciuto in zona e questo spiega l'affollamento.
Entriamo e mi becco subito il cantante che non vedevo da parecchio.
"Hola! Come stai è una vita che non ci si vede...grazie per esser qui, stavamo giusto per iniziare!"
"Azz perfetto! Credevamo di essere in ritardo...allora good show e a dopo!"
Ci fiondiamo al bancone. "Due cuba e una rossa media grazie"
Io mi piazzo su di un vertiginoso sgabello e mi godo il palco senza corpi occlusivi. Loro si beccano per culo un tavolo appena liberatosi di fianco a noi.
Il volume della band è notevole.
Le ragazze parlano. Vedo le loro labbra muoversi avvicendandosi ad annuizioni e sguardi buttati qua e la.
L'atmosfera è strana. Incredibilmente piacevole.
Una tipa dal fisico atletico, capelli corti, rossi verticali, mega tatù che dalla schiena scendeva fin chissà dove, parte a far numeri con quello che presumibilmente sarà stato il "suo" uomo. Conquistano la scena per qualche istante (anche perchè sostare nel loro raggio d'azione risultava alquanto pericoloso) poi lasciano spazio ad altri improvvisati solisti.
Poco a poco la situazione si assesta.
Ogni tanto passa qualcuno che conosco e scambio 2 parole dal trespolo.
E' tutto così ovattato e semplice che un sorrisetto idiota mi si stampa in faccia senza chiedermi nulla!
Invitato al tavolo scendo dalla vetta e tutti insieme ci fiondiamo davanti al palchetto per il rush finale.
Marchino, il chitarrista, gioca coi suoi lunghi capelli castani facendoli roteare e lanciandoli in aria con colpi di frusta del capo. A tratti c'è un fermento inusuale per una sera infrasettimanale.
Finita la musica e i vari drink, salutiamo da bravi bambini e risbattiamo le chiappe sui sedili dell'auto.
Partiamo con le orecchie che fischiano leggermente e soliti Muse rimasti li ad aspettarci.
Ora il nero serpentone d'asfalto dorme sornione.
Buona notte.
Un bacio...

lunedì 8 ottobre 2007

THE BIG KAHUNA

Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewingum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lette- re d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

(...)