mercoledì 28 novembre 2007

dal DIARIO AZZURRO n.213 del 27.11.2007

(un po' di Silvano...)

L’avvocatoOgni tanto la vicina di casa, Simonetta, mi presenta un amico. Così al patrimonio già cospicuo del mio territorio affettivo, si aggiunge un nuovo “capolavoro vivente”. Questa volta si tratta di un giovane avvocato che dice di aver letto con interesse Lettere dalla Kirghisia e che la lettura l’ha convinto a denunciare lo Stato Italiano a un tribunale internazionale. Mi ha incuriosito e l’ho invitato a sedere al chiosco delle bibite. “Io prendo un succo di mirtilli e gli avvocati cosa bevono?” “Visto che in Italia ci sono circa 210.000 leggi vigenti e che per conoscerle tutte, studiando ogni giorno una legge ci vorrebbero 575 anni, prenderò un caffè.”Mi piacciono le persone che sanno comunicare dati sconcertanti con leggerezza e umorismo. “Perché vuoi denunciare lo Stato Italiano a un tribunale internazionale? Quali sono i capi d’accusa?” L’avvocato socchiude gli occhi.“Omissione di soccorso”, “Strage”, “Spaccio di droga”, “Falso in bilancio”, “istigazione alla violenza” etc.” “Pensi che qualcuno ti darà retta? Puoi provare le tue accuse?” “Cominciamo con ordine: “Omissione di soccorso” Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese, da circa 5 anni chiedono soccorso allo Stato, ma nessuno fa nulla di rilevante e sulle bancarelle dei mercati è apparsa la scritta della vergogna “frutta per pensionati”, frutta bacata che in genere viene buttata. ”Concorso in strage” Da anni lo Stato si rifiuta di attrezzare le ferrovie per i trasporti e ciò, a causa delle decine di migliaia di Camion a rimorchio che intasano le autostrade, produce circa 10.000 morti per incidente l’anno. “Spaccio di droga” i Monopoli di Stato vendono sigarette e sui pacchetti troneggia la scritta IL FUMO UCCIDE. “E la condanna?” “Tutti i politici e i funzionari di stato verranno condannati a imparare a memoria il tuo libro Lettere dalla Kirghisia. Ti basta?” “Mi basta. Verrò a trovarti in carcere.”

SILVANO AGOSTI

lunedì 19 novembre 2007

CHIESA S.p.A. - A CARICO DEI CONTRIBUENTI.

Riporto citazioni da chi è meglio informato di me affinchè prima o poi finiscano assurdità come questa che di democratico non hanno nulla...tanto meno di corretto.
Svegliamoci gente, SVEGLIAMOCI!!


"Quanto ci costa questa nostra imbarazzante classe politica ormai è cosa nota. Ma c’è un’altra casta che ci costa davvero tanto. E non solo in termini economici ma anche – e soprattutto – per questioni legate alla sua costante ingerenza in un ambito (la politica) che mai dovrebbe appartenergli in una democrazia compiuta. E’ Santa Romana Chiesa. Da quando, nel ’90, è stato codificato, attraverso l’istituzione dell’otto per mille, il finanziamento palese ad alcune confessioni religiose, un fiume di denaro fresco ha cominciato a fluire nelle casse della Cei raggiungendo – secondo un’inchiesta recente di La Repubblica - il miliardo di euro l’anno. “Ruini è il dominus incontrastato di questo denaro - scrive Curzio Maltese, inviato del quotidiano diretto da Ezio Mauro - e tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari”. E stiamo solo parlando di una delle tante voci a bilancio della Chiesa cattolica. Ma la domanda di fondo è più ampia, anche se più banale: quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani? E se è anche lecito poter pensare che la politica, il governo di un paese, abbiano un costo, perché si dovrebbe accettare che una confessione religiosa, ormai non più da tempo religione di Stato, debba essere foraggiata dai cittadini italiani attraverso il prelievo diretto sull’Irpef? In nessun Paese al mondo funziona come da noi, neppure nella cattolicissima Spagna o in altri Paesi dove la presenza Vaticana è particolarmente numerosa. Eppure, ogni volta che qualcuno muove una critica al sistema, chiedendone una revisione, il braccio armato della Chiesa presente in Parlamento blocca qualsivoglia istanza di cambiamento. E tutto finisce lì. Eppure bisognerebbe rispolverare la memoria e ricordare, ogni tanto, come funziona questa “elargizione volontaria” dei cittadini verso le casse Vaticane. E’ certamente vero che gli italiani preferiscono pagare i preti più dei politici, ma non è detto che tutti la pensino allo stesso modo. Val la pena, allora, di rammentare che il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni ‘80 da un fiscalista del calibro di Giulio Tremonti, all’epoca consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. I l 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini. Che tale è rimasta, senza particolari lamentazioni da parte dei responsabili delle altre confessioni, troppo minoritarie e frazionate per poter rivendicare parità di trattamento. L’otto per mille, in realtà, è solo la punta dell’iceberg del clientelismo dello Stato italiano rispetto alla chiesa cattolica. C’è anche – e soprattutto – l’odiosa sperequazione che riguarda l’Ici : i luoghi di culto, come dovrebbe essere noto, sono esenti dal pagamento della tassa comunale. A Roma ci sono più chiese che ospedali e non bisogna essere fini matematici per capire quanto giovamento potrebbero averne le casse dell’amministrazione capitolina se solo questa esenzione (dovuta a cosa?) fosse stracciata. Stime “non di mercato” svolte dall’Anci, l’associazione dei comuni italiani, hanno valutato tra i 400 ai 700 milioni di Euro il mancato incasso per l'Ici delle amministrazioni locali italiane. L’inchiesta di La Repubblica , senza portare cifre rigorose, d’altra parte impossibili da reperire per via della totale omertà delle gerarchie vaticane a rendere noti i propri bilanci, ha comunque stabilito che la Chiesa cattolica costa ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale.

La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione (lo stabilisce il Concordato) altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. “A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa - scrive sempre Maltese - occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per aiuti di Stato”. A tutto questo infinito elenco della spesa andrebbero anche aggiunti i 500 milioni derivanti da esenzioni Irap, Ires e altre imposte, mentre in altri 600 milioni consiste l’ammontare dell'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Quattro miliardi all'anno, si diceva. Quante scuole, quanti ospedali, quanti servizi migliori si potrebbero fare con tutto questo denaro? “ La Chiesa cattolica – conclude Maltese - non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico”. Con quale ritorno per lo stato laico, ci chiediamo noi? E come li spendono, poi, tutti questi soldi se, di certo, i sacerdoti hanno meno bisogno di far di conto delle famiglie italiane? Su cinque euro versati dai contribuenti – si legge nel bilancio della Cei, ma vai poi a sapere - la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale, per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro. Cita l’inchiesta di La Repubblica: “Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa” . Una delle testimonianze più pungenti del momento è quella rappresentata dal libro "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". E continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...". Oggi la Chiesa è di gran lunga più ricca e potente dei palazzi della politica, governa con rigore i media e la politica medesima (anche quella laica) e le alte gerarchie vaticane godono di una visibilità mediatica seconda solo a quella dei leader parlamentari. “Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici - scrive Maltese - la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione”. Proprio come Berlusconi, anche la Chiesa di Ratzinger sembra oggi tarantolata dal culto mediatico secondo cui la visibilità sarebbe direttamente proporzionale al consenso popolare. Niente di evidentemente più sbagliato, niente di così politico e antireligioso per antonomasia. E qualcuno, non troppo tempo fa, aveva lanciato, inascoltato, l’allarme. “La Chiesa - riporta Maltese - sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”. Con gli occhi di oggi, la firma su questo testo lascia sgomenti: quel fine teologo era proprio lui, Sua Santità Joseph Ratzinger"

mercoledì 14 novembre 2007

UN MATRIMONIO



Divertimento scanzonato!
Partenza dal bagno di casa con una sorta di latente rincoglionimento addosso che mi impedisce di inquadrare bene lo specchio. Non che debba sistemarmi la capigliatura (…) ma almeno la barba...!
Terminate le faccende nella stanza con l'acqua corrente, rientro in una stanza dentro la quale son stato poche ore ultimamente. Apro l'armadio e tiro fuori l'abito elegante ormai stufo di dormire dentro ad una sacca trasparente appeso ad una gruccia. Boxer, camicia azzurra rigorosamente con gemelli, cravatta a tema e…e…calzino made in England, il tocco segreto!!
Esco e la luce del sole mi tramortisce! Un attimo fa nello stesso posto c'era una luna un po' mogia ma come sempre complice di notti brave.
Salgo sulla macchinina pulita a nuovo e scarico i cavalli come un asino verso la meta: la casa dello sposo! Arrivo. Occhiale viola. Saluto e miro dritto al gazebo dove il "barista" conte Max è pronto col Tocai in mano correttamente appannato sulla superficie verde scuro della bottiglia. Versa. Bevo. Sbam! Ci risiamo; ecco il sorrisetto compiacente e idiota che saluta una serata che sta tornando a galla come se non fosse mai finita. Centinaia di folletti burloni danzano nel mio stomaco e tra le mie orecchie dove qualcosa si sta chiedendo che cazzo sto facendo… Lentamente il giardino fiorito ed ordinato si riempie di amici e parenti del festeggiato. Un po’ come succede ai funerali solo che i pettegolezzi sono differenti…gli abiti meno.
Arrivano anche i compagni di bicchiere, scherzi e addii al celibato. Si avvicina l'ora di andare in chiesa. Il tempo si ferma nel luogo di culto perché più o meno tutti aspettano di sedersi a tavola. Non ci passa più! Due ore interminabili prima delle sciupe (divertenti stop and go nostrani in cui i novelli sposi devono superare "semplici" prove per meritarsi la successiva festa con amici e parenti). Alle 15 siamo a tavola e qui i festeggiati non hanno vita facile.
Ogni 15 minuti interrompiamo tutti con un bel "brindisi agli sposi, ai genitori, ai fratelli, ecc)
Viene sera e tutto prosegue con le danze, i giochi e i drink. Tutti o quasi reggono i ritmi sfrenati della festa.
All'una di notte chissà perché i proprietari del ristorante (che è anche un albergo con assonnati clienti…), ci chiedono gentilmente di andare fuori dai coglioni!!!
Eseguiamo e ci portiamo a valle dove continuiamo da dove avevamo lasciato (nel mio caso da un jack daniels).
Insomma, ringraziando il dio protettore degli alcolisti che tengono giù di brutto e che non rischiano la pelle in macchina, alle 5 riesco a tornare in quella stanza che stavolta non mollerò per molte e molte ore!
Grazie novelli sposini e auguri…se mai questi servissero a chi sa amare davvero.

Una delle "sciupe"

IL CADAVERE UTILE

Smuovere le coscienze di inebetiti esseri viventi con un cadavere? Mi sembra l'unica cosa utile prodotta dal proiettile di una calibro nove che ha ben pensato di infilarsi nel collo sbagliato.
Italia. Piccola e fragile nazione di senza palle e di incapaci. Centinaia di mollicci e appesantiti padri di famiglia, ben retribuiti ipocriti e puttanieri che sperano di decidere cosa fare di tutti noi… Come? Democrazia? Così la chiamate questa pagliacciata? Ma davvero nessuno ha il coraggio di sostenere virtuose prese di posizione? Il decadimento non ha fine.
"Un bravo, onesto e dolce ragazzo romano" (personalmente non so chi cazzo sia sto Gabriele Sandri!), dopo una notte in discoteca ad alimentare i sogni di cocainomani e impasticcati decide di evitare il sonno per proiettarsi in una rissa tra primati e bipedi implumi diretti verso un contenitore dove pseudo adulti si sarebbero dovuti infilare a dare calci ad un pallone…Una rissa che finisce col morto. Un'icona. Il motivo per dar sfogo a repressioni infantili possibili solo, e dico SOLO in una "nazione" fragile come la nostra patria. Gente che sostiene di appartenere all'estrema destra. Bestie inutili che osano camminare col braccio destro teso e il muso coperto. Vigliacchi immaturi. Teste rasate? Teste di cazzo! Magari fosse ancora in vita il loro idolo…almeno non sarebbero più in vita loro. Non ci sarebbero vecchi pagliacci su poltrone dorate a discutere di sicurezza. Non ci sarebbero proiettili vaganti. Non ci sarebbero funerali pomposi. Non ci sarebbero caserme assaltate, autovetture incendiate, negozi distrutti. Pensa al tifoso quando va dal suo assicuratore per farsi risarcire il danno e quello gli risponde che gli atti di terrorismo non vengono contemplati dalla polizza…Hi hi, buffo! Forza lazio. Forza roma. E mo che famo? Annamo a vede la maggica checce passa tuto!
Un funerale con qualche amico triste e migliaia di fancazzisti in cerca di telecamere e di un motivo per esistere. Citazioni tipo "non penso cosa proverei se fosse stato mio figlio…è come se fosse mio figlio!" andrebbero censurate. Come può una madre dire una stupidaggine simile? Ma cari pensatori, inutile dire che sono qui a sottolineare che così non va. Riusciamo ancora a pensare con la nostra testa? Siamo in mano a tifosi, partite di calcio e ultra? Alle tv? Ai politici da 10 legislature? A consunti senatori a vita? Come possiamo non dar ragione a certe esclamazioni di Grillo se questi sono i risultati!
Bene, ora l'italianucolo ha fatto il suo show davanti alla tv ingrassando le tasche di produttori e giornalisti ai quali il cadavere di uno sfigato trentenne (che invece di farsi i cazzi suoi ha ben pensato di andare in trasferta) ha reso milioni di euro. Adesso altri zombie mantenuti e dai capelli troppo corti, invece di essere messi dentro un inceneritore a produrre energia, vagano a caccia di tutori dell'ordine per sfogare istinti che solo in Italia si possono liberare. Speriamo ci si svegli prima o poi e fate una bella cosa, evitate i telegiornali e regalate vita ai vostri figli affinché non debbano trovare un senso tra le pagine di uno stupido quotidiano rosa.

lunedì 12 novembre 2007

AGENZIA TURISTICA WALSER...


I luoghi dei miei antenati sono oggi luoghi della memoria. Possiamo riviverli in modi diversi. Uno di questi è ripercorrerli come un tempo ovvero a piedi, evitando le "moderne" strade carrabili più adatte a rumorosi fuoristrada e a qualche trattore. Vi sono sentieri poco conosciuti, come quello che vi illustro in questo post, che incarnano ancora l'anima di chi ha permesso persino l'esistenza del sottoscritto. Passo dopo passo la fatica che ti entra è quella che da centinaia di anni accompagna donne, uomini e anziani col gerlo sulle spalle di ritorno dal "paese" a valle. L'antico sentiero walser che dal piccolo borgo di S.Rocco nel comune di Premia (VB) si arrampica con pendenze notevoli fino all'antico alpeggio di Salecchio inferiore (attualmente disabitato), è un gioiello di "viabilità" alpina! Di difficile individuazione dalla statale, è caratterizzato da scalinate ancora in perfetto stato di conservazione, muri di contenimento non ancora stanchi (nonostante i settecento anni di età) di sorreggere i terrazzamenti alle loro spalle, cascatelle rigogliose, piodate consumate dal passaggio di migliaia di scarponi e zoccoli…Un percorso ricco di storia e di dettagli tutti da scoprire. Il giro che consiglio sia a chi vuole fare una passeggiata che finirà per riempire una domenica lontano da caotici centri commerciali, sia ai runners che vogliono allenarsi su un percorso unico e completo, è l'anello Piedilago - Salecchio - Salecchio superiore - Casa Francoli - Alpe Vova - il Passo - Cadarese - Piedilago. Non so quanti chilometri siano ma il dislivello totale in salita è di circa 1100 metri dunque potete farvi un calcolo dei tempi in funzione del vostro allenamento. Vi sono notizie anche sul web (http://www.gulliver.it/2007/index.php?modulo=itinerari&template=dettaglio&id_gita=8089) ma difficilmente troverete qualcuno che compie l'itinerario passando dal sentiero di S.Rocco che inizia proprio alla fine del paese a destra di una grande roccia con una madonna dipinta sopra; questo perché il dislivello è maggiore e attualmente il sentiero in un punto è franato per cui viene sconsigliato (beh, se proprio non siete abituati ad allacciarvi gli scarponcini ogni tanto allora ve lo sconsiglio pure io…). Per chi corre, lo sviluppo in verticale è praticamente continuo sia in salita che in discesa; dopo qualche chilometro di piano si sale decisi (io che non ho un grande allenamento tenevo una media di 18/20 mt/min) per poi arrivare a Salecchio inferiore dove c'è un chilometro circa di piano poi un piccolo dislivello ancora (200 mt ca) fino a Salecchio superiore dove si inizia il falso piano che porta a Casa Francoli e Vova da dove parte la discesa (32 mt/min!!) sulla gippabile. I chilometri finali dal Passo all'arrivo si possono fare sia sulla statale che costeggiando il fiume su sterrato. Io ci ho messo in totale 3 ore e 5 minuti (comprese foto) correndo quasi sempre ad eccezione dei punti più ripidi dove ho adottato una camminata veloce, ma se siete dei fan di Poletti, andate a dormire presto la sera e controllate carboidrati e zuccheri credo possiate metterci molto meno (spero non troppo…sigh!).
Personalmente, in un giorno di sole come quello, non posso certo dire di aver fatto solo una corsa in montagna. Quel giorno sono stato dove non servono parole e dove ciò che sono è al di là dei miei respiri.


Una casa di Salecchio Superiore

Il percorso in salita


Una cappella abbandonata a metà percorso..


La chiesa di Salecchio Inferiore...



venerdì 2 novembre 2007

INTERVALLO PRE POST...

Un giorno, il giovane re Artù fu catturato ed imprigionato dal sovrano di un regno vicino. Mosso a compassione dalla gioia di vivere del giovane, piuttosto che ucciderlo, il sovrano gli offrì la liberta, a patto che rispondesse ad un quesito molto difficile: "Cosa vogliono veramente le donne?"Artù avrebbe avuto a disposizione un anno, trascorso il quale, nel caso in cui non avesse trovato una risposta, sarebbe stato ucciso. Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche il più saggio fra gli uomini esembrò al giovane Artù una sfida impossibile, tuttavia, avendo come unica alternativa la morte, Artù accettò la proposta, e fece ritorno al suo regno. Ivi giunto, iniziò a interrogare chiunque: la principessa, le prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte e via dicendo, manessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare una vecchia strega,poiché solo lei avrebbe potuto fornire la risposta, ma a caro prezzo, dato che la strega era famosa in tutto il regno per gli esorbitanti compensi che chiedeva per i suoi consulti. Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, così che Artù non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega, che accettò di rispondere alla domanda, solo a patto di ottenere la mano di Gawain, il piu nobile dei Cavalieri della Tavola Rotonda, nonchè migliore amico di Artù! Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva...la strega aveva una gobba ad uncino, era orrenda,aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni!Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante. Percio' si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo e condannare l'amico a sobbarcarsi un fardello simile! Gawain, venuto al corrente della proposta, volle parlare ad Artù dicendogli che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo re e la tavola rotonda, e che quindiavrebbe accettato di sposare la strega di buon grado. Il loro matrimonio fu pertanto proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda:"Ciò che una donna vuole veramente è essere padrona della propria vita". Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità e che sicuramente la vita di Artù sarebbe stata risparmiata. Infatti il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli garantì piena libertà. Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega?Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia, mentre Gawain si comportava come sempre, gentile e cortese. La strega al contrario esibì le peggiori maniere...mangiava con le mani, ruttava e petava, mettendo tutti a disagio. La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile, ma alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto e... che razza di vista lo attendeva! Dinnanzi a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase allibito, e nonappena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese alla strega cosa le fosse accaduto. La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del temposarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima. A questo punto la strega chiese a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella assumesse di giorno, e quale di notte. Che scelta crudele! Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte? O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità? Voi cosa avreste fatto?
La scelta di Gawain è distante solo un paio di righe...ma non leggete, finchè non avrete fatto la vostra scelta!






Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli sorrise,e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perchè Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!

(E' carina amica mia...l'ho girata qui perchè magari può servire a qualcuno...)