venerdì 30 maggio 2008

PER I FANS...LA SCALETTA 2008


1. Qui si fa la storia

2.Cosa importa a me

3. Dimmelo te

4. La noia

5. Vieni qui

6. Non appari mai

7. E adesso che tocca a me

8. L'uomo che hai di fronte

9. Colpa del whisky

10. T'immagini

11. Siamo soli

12. Medley acustico (Toffee, Ridere di te, Dormi dormi, Brava Giulia, Va bene, va bene così)

13. Vita spericolata

14. Gioca con me

15. Medley (Ormai è tardi, Non mi va, Ci credi, Susanna, Sensazioni forti, Deviazioni, Asilo Republic, Colpa d'Alfredo)

16. Siamo solo noi

17. Sally18. Rewind

19. Stupendo

20. Un senso

21. C'è chi dice no

22. Gli spari sopra

23. Il mondo che vorrei

24. Bollicine

25. Vivere

26. Senza parole

27. Canzone

28. Albachiara

lunedì 26 maggio 2008

RAIN AND WITCHES

Una domenica di maggio e l'alterazione reale di un sogno.
Apro gli occhi all'improvviso senza sapere perchè. Sfilo la lampo del sacco a pelo e mi piazzo seduto con le gambe fuori dal letto. Cerco di riconnettere tutte le funzioni psicofisiche nel più breve tempo possibile...ma non è facile.
Tutti gli altri dormono profondamente.
Mi avvolgo in una coperta e scendo di sotto come un imperatore dell'ignoto.
Fa freschino ma nel camino la brace è ancora rossa.
Sul tavolo è rimasto il caos di una notte chimica. C'è di tutto.
Premo play nel lettore cd ancora in stan-by e In Rainbows riparte insieme alla fiamma del camino che ho faticosamente riempito. Decido che Jigsaw Falling Into Place è troppo per quell'ora e mi porto su Nude. Vado in bagno sperando che l'acqua fresca mi riporti tra gli umani e in effetti, la botta gelida riattiva quella combriccola di neuroni ancora immersi nel Jack!
Riporto velocemente l'ambiente ad un aspetto accettabile e mi bevo un caffè al volo, nella più completa libertà, davanti al camino ormai in piena attività.
Mi vesto e decido che è tempo di uscire per entrare nel mondo.
Piove, le nuvole sono basse e la temperatura quassù non ha niente a che vedere con maggio: stupendo.
E' mattino inoltrato ma non c'è in giro un'anima. Non potrei chiedere di meglio...
Decido di andare con l'iPod sulle rive di un laghetto immerso fra i larici e chiamato correttamente "lago delle streghe".
Non ho con me strumenti per la misurazione del tempo. Qui non esiste "il tempo".
Osservo i pesci danzare in quell'acqua cristallina e boccheggiare tra i mille cerchi concentrici creati dalla pioggia sulla superficie.
Tolgo le cuffie e godo del concerto naturale che il pianeta mi sta regalando. Questo insieme di suoni e visioni mi entra dentro al punto che non riesco più a distinguere cosa sono io e cos'è quello che mi circonda. Gocce dal cielo, gocce di gioia dal viso, gocce ovunque. Mistici gorgoglii dal terreno e un vento sottile che si insinua tra le fronde degli alberi secolari che mi circondano.
Non c'è nessuno quassù. Nemmeno io. E' tutto in me e io sono nel tutto.
Non so quale anno sia e non so se tutto questo ha mai avuto inizio perchè so che non può avere una fine. Niente può portarti via qualcosa che non puoi possedere.
Un inscindibile filo diretto con l'eternità...
Riders on the storm...
Riapro occhi da tempo chiusi.
Rientro lentamente, senza un vero perchè.
Ma forse, in realtà, sono ancora lassù.

venerdì 23 maggio 2008

MAGGIO 2008 TOUR Pt 2 - support image -

Una tata delle pulizie in zona hotel Santa Fè
Uno scorcio sul Disneyhotel...

I "vialetti" tra un hotel e l'altro...
Gli Encorefloyd al Disney Village...

Costruzioni al Cheyenne...

Pippo con un piccolo ospite...
Edifici "istituzionali" dell'albergo ...
Ingresso al Disney Village di giorno...

MAGGIO 2008 TOUR Pt2

Ogni aspetto del viaggio è qualcosa di unico. Già il fatto di vivere al di là del quotidiano, di avere la mente libera e di occupare ogni istante a percepire il mondo con la massima libertà, da un valore aggiunto a tutto ciò che ci circonda.
Mettici l'entusiasmo della scoperta e il tutto diventa perfetto!
Dopo circa un'ora di autostrada, scorgiamo le prime indicazioni per il Parco Disney. Le seguiamo ed appena lasciata l'autoroute imbocchiamo una strada inserita come un cammeo tra aiuole e prati curati in modo maniacale; capiamo subito di essere entrati nel territorio fantastico dell'industria americana del divertimento. Proseguiamo in questa sorta di irreale terra di mezzo per una ventina di minuti fino a quando arriviamo alla guardiola d'ingresso all'Hotel Cheyenne.
Lasciata l'auto ed espletate le formalità alla reception, ci dirigiamo verso il nostro alloggio. L'hotel è un insieme di costruzioni in stile western con tanto di saloon, banca, “sheriff office”, carovane abbandonate e tutto quello che ci si potrebbe aspettare sul set di un film di Sergio Leone.
Arrivati nell'accogliente camera ci sistemiamo il più velocemente possibile: il parco Disney Studios ci spetta!!!!
E’ un venerdì a cavallo del ponte di maggio, festa riconosciuta a livello europeo. Quasi non riuscivo a credere ai miei occhi vedendo quanta gente si può trovare tutta insieme in un determinato posto senza troppi problemi. Qui tutto è in macroscala. Camminamenti, strutture, aree verdi, attrazioni…tutto predisposto per numeri ai più inimmaginabili. Iniziamo con i vari giochi e spettacoli e in un batter d’occhio torniamo bambini! Spettacoli con stuntman reali, da far venire i brividi!! Certe cose bisogna vederle per averne un’idea concreta, parole e immagini vi garantisco che non sarebbero sufficienti.
Alle 22 (ora di chiusura) usciamo e ci infiliamo nel DisneyVillage ovvero l’area antistante i due parchi e che li separa dai Disney Hotel. La notte quest’area è un’esplosione di suoni e colori e vi garantisco che se fossi stato di legno e col naso lungo (ho detto il naso...!!!) la convinzione sarebbe stata quella di essere finito nel paese dei balocchi! Discoteche, cinema iMax, locali vari, Planet Hollywood e chi più ne ha più ne metta. Da un mega pub escono le note soavi di “Shine on you crazy diamond”: ci fiondiamo! Il locale è in tipico stile country old America: legno ovunque, disposto su tre piani e il palco al centro. Li sopra c’è una cover band dei Pink Floyd in concerto proprio quella sera! Sono incredibilmente bravi e musicalmente virtuosi (http://www.encorefloyd.net/ ). Il rifornimento di birre viene automatico, forti del fatto che in albergo ci si va a piedi. La notevole prestazione live si conclude all’una con l’ovazione dei presenti che da mezz’ora imponevano un bis dietro l’altro!!
Come folletti volteggiamo per i viali alberati tra gli alberghi del complesso arrivando in pochi minuti al nostro “ranch”. Un cielo stellato e sornione ci saluta con un dolce “a domani...”
CONTINUA...

giovedì 15 maggio 2008

SEE INSIDE

"Pazzesco come la vita può cambiare e ti può cambiare da un momento all’altro….basta volerlo.”

A heart that's full up like a landfill
a job that slowly kills you
bruises that won't heal.
You were so tired, unhappy,
bring down the government,
they don't,
they don't speak for her.

I'll take the quiet life,
a handshake of carbon monoxide.
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises,
Silent.
Silent.

This is my final fit,
my final bellyache with
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises please.

Such a pretty house, such a pretty garden.
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises,
No alarms and no suprises please.

martedì 13 maggio 2008

MAGGIO 2008 TOUR Part 01

Partenza di buon mattino ma nemmeno troppo.
Sono le 7:30 (o'clock...) quando la chiave infilata e ruotata nel cruscotto del “cincentign”da il via ufficiale a questa breve avventura d'oltralpe.
In un baleno ci troviamo dalla parte opposta del Simplon Pass.
Con le comode autostrade svizzere arriviamo, in poco meno di tre ore, al confine francese.
Lo superiamo e poichè son circa le 10 optiamo per la prima pausa “colazione del muratore”.
Ci fermiamo in un autogrill che esternamente sembra più una base spaziale che un edificio per la ristorazione rapida. Si gode una vista sui verdi campi prealpini davvero inusuale.

Ore di auto trasformate in ore di magia.
Ogni chilometro una nuova scoperta.
Ogni falco appostato sulla staccionata di fianco all'autostrada è simbolo di segnavia e buona sorte. Non manca molta strada ma la pausa pranzo è d'obbligo. Ci fermiamo a Besançon.
Besançon è una cittadina con una storia importante ed inversamente proporzionale alla realtà odierna, fatta di archeologie industriali che ti accolgono ancor prima della stupenda “cittadelle”, la parte veramente storica del complesso urbano. Molliamo il potente mezzo e, grazie ad una mitica guida del touring club, con piantina alla mano percorriamo la via pedonale del centro per finire direttamente in una brasserie all'incrocio tra una parallela del fiume locale ed un ponte che attraversa lo stesso. Tartine grosse come pizze e una bottiglia da 75 cc di birra belga da 9°...Alla fine ci alziamo un po' in aria e sotto un sole primaverile percorriamo il lungo parco che corre lateralmente al fiume.
Risaliamo sul mezzo e partiamo senza riflettere troppo sulla possibilità di trovare o meno indicazioni per la destinazione che ci attende: Auxerre.
Fortunatamente va tutto liscio in quanto i cartellistradali non mancano.
Sole zenitale in tutto l'abitacolo. Negramaro e “Fango”.

Alle 18 arriviamo al nostro primo rifugio del pellegrino “Petit Manoir des Bruyères” dove ad accoglierci con un grembiulone da cuoca è madame Monica che apre con un originale “cou cou...benvenue!!”. La location è da film (mi ricorda “Quel che resta del giorno” con un indimenticabile Hopkins) e ciò che troviamo alla fine del vialetto d'ingresso è addirittura da sogno!
Un maniero signorile del '700 curato in modo maniacale dai proprietari, collezionisti ed amanti delle cose di un altro tempo. Monica ci accompagna subito verso la nostra camera. E che camera! Letto a baldacchino, mobili del '750, soffitto intarsiato e decorato con stucchi e bassorilievi, bagno completamente affrescato e mega vasca matrimoniale inserita tra specchi e marmi. Una pulizia generale che avrebbe soddisfatto anche Mychol Jackson!

Ci sistemiamo e alle 20:00 siamo pronti per l’aperitivo cordialmente (…) servito su un divano settecentesco posizionato davanti ad un camino scoppiettante. Il nettare che beviamo è una specialità del padrone di casa Monsieur Joullie, un signorotto che credevamo di mezz’età ma che ci ha rivelato avere 91 anni!! Ho voluto vedere le prove cartacee per crederci e sono ancora esterrefatto. Comunque il bicchierino dicevo, lo crea lui durante l’inverno ed è una specie di aromatico succo di agrumi decisamente alcolico.
La cena nel salone Luigi XIII è un inno ai piaceri del palato e di ogni altro senso a disposizione. Luci tenui, porcellane Limoges, vino Volnay, fiori freschi in tavola e un’atmosfera del tutto famigliare.
La bottiglia non ci mette molto a finire e dopo i formaggi locali ecco il dolce anche lui rigorosamente fatto in casa…mmm. Alla fine Monsieur Joullie sbuca dall’ingresso e ci propone un distillato sempre fatto con le sue mani ben trent’anni fa!! Che botta!!
Dopo un piacevolissimo scambio culturale addolcito dal sempre fedele dio Bacco, ci dirigiamo verso la scala in noce circondata da quadri e arazzi che mi sembrano magicamente aumentati di numero durante la cena..

Al mattino lo spettacolo continua allo stesso tavolo della cena “addobbato” per il “petits déjeuners”…che di petit non aveva proprio nulla! Anche qui tutto fatto in casa, dalle dieci diverse tipologie di marmellate alle brioches calde, al pane,il burro in forma…insomma tutto. Un sogno frastagliato da raggi solari che come lame lucenti invadevano la sala segnando ogni volume, ogni decoro, ogni pianta ornamentale…il suono degli uccellini accompagnava il tintinnio delle posate d’argento sulle porcellane e tutto era immerso in un'atmosfera suggestiva, irreale, atemporale..

Ahimè, poco dopo le nove il triste “aurevoire”, addolcito solo dalla consapevolezza della prossima tappa: Disneyland Paris, il paese dei balocchi! Lasciamo due righe sul libro degli ospiti e salutiamo Monica (Monsieur Joullie probabilmente si trova ancora nei suoi alloggi…).
Usciamo dalla proprietà e sotto un cielo blu cobalto ci dirigiamo verso nord dove ci aspettano Paperino e tutta la combriccola di Walt…
Continua…

Link
http://www.chateaux-france.com/chaview.php?l=it&num=6543
http://www.besancon.fr/
http://www.ot-auxerre.fr/Tourist-office.html

UNA FIERA FIERA 2008


Un “salone del mobile” hi tech in un luogo futurista qual'è il nuovo polo fieristico di Rho.
Cristalli e tensostrutture ovunque immerse in specchi d'acqua artificiali degni di un film di kubric.
Elettrodomestici sempre più robotici e mobili che quasi interpretano le intenzioni del loro padrone aprendosi come d'incanto senza sforzo, senza rumore.
Collegamento Rho – Fiera: biglietti di carta venduti dallo stesso autista di uno sgangherato bus diesel; code interminabili; nessuna indicazione o percorso logico per l'ausilio dei tanto pubblicizzati mezzi pubblici...Un disastro e un paradosso tipicamente italiani.
Poi il ritorno alla sera col secondo treno.
Pioggia.
Il “volo” di fianco al lago è un viaggio mistico.
Hozric tentacles in cuffia e migliaia di gocce che schizzano su tutti i vetri dello scompartimento.
Un infinito di grigi dalle innumerevoli sfumature.
il colore del non colore nell'essenza di qualcosa che come sempre ci unisce.
...che come spesso ci allontana.
La semplice introspezione di uno sguardo fuori da un mezzo di trasporto.
Ma il fatto è che li fuori c'è la stessa cosa che ho qui dentro.
Li fuori c'è TUTTO.