martedì 29 maggio 2007

LADYDESIGN

SEGUONO PAROLE NON MIE..
...PIU' CORRETTO SAREBBE DIRE : "DI UN'ENTITA' FONDAMENTALE".
UN'ENTITA' CHE OSSERVA...E OSSERVA...E OSSERVA...
ORA HA SENSO SOTTOLINEARLO.


"Guardo la città lontana, oltre un vetro appannato divita; le lacrime sgorgano spontanee, testimonianza diuna tristezza profonda. Non c’è dolore in me, non c’è neanche rabbia. La tristezza deriva dall’incapacità di comprendere, e dalla percezione di trovarmi di fronte ad una volontà ferrea, che oltrepassa ogni passione. Restano, per sempre, quei momenti di unione, totalmente spirituale, per i quali io ho lottato, sfidando la moralità, i buoni sentimenti, le amicizie, cercando di sconfiggere l’ipocrisia e i farisei . Avrei argomenti, forse convincenti, per tutti, ma sostenerli in un confronto significherebbe alterare il corso delle nostre vite, deviare un fiume dal suo letto naturale. Una simile azione spetta solo a ciò che alcuni chiamano Dio, altri Destino. A noi è dato un altro compito: vivere e cogliere quelle percezioni attraverso cui attuiamo quanto è scritto nelle nostre vite, compresi gli errori delle scelte e nelle scelte.Forse è vero la nostra mente si lascia condizionare dalla realtà che noi viviamo. Ma questa storia è costellata di una serie di eventi che in qualche modo sembrano volerci dire qualcosa. Più volte abbiamo evocato il destino per spiegare gli eventi; ma forse la casualità che noi chiamiamo destino è una causalità di cui noi non conosciamo il motore primo. Ti spiego questo concetto attraverso una metafora. Se non siamo in grado di cogliere il reale significato dell’opera di un artista ne giudicheremo il lavoro sulla base della valutazione della forma. Indipendentemente dalla forma non ne coglieremo la sostanza in quanto non ne comprendiamo la progettualità. Questa nostra incapacità ci lascia valutare la vita sulla base della casualità. Casualità è forma, causalità è sostanza ed al tempo stesso progetto. Un altro paragone: la morte ci appare casuale ma fa parte di un disegno piu’ ampio. Il progetto che è alla base del disegno non è un freddo calcolo ma nasce anche esso dall’emozione e dai sentimenti. Allora perchè ci succede tutto questo? Casualità o causalità? In realtà tutto è causale. Cambia solo la nostra percezione degli eventi. Il tempo come al solito tramuta la casualità in causalità e lo fa con differente velocità e maestria. Ci riesce sempre. Ma non è casuale che certi discorsi emergano in determinati momenti della nostra vita. Forse colmiamo una carenza? Non credo, e se così fosse ci dovremmo preoccupare. Altri non ci dedicano tempo asufficienza? nemmeno. E allora? Credo, ma è una miapersonalissima opinione, che fra me e te esista unlegame, un’affinità che esiste da sempre e che adessosi manifesta in questo modo. E’ maturata in me,forse, la capacità di percepire questo legame e conessa abbiamo capito la necessità di sostenerlo. . Mala percezione, è influenzata dalla nostra sensibilitàe dal nostro stato. e allora? lasciamo scorrere ilfiume del tempo. La foce è ancora lontana e vale lapena di arrivarci insieme."

LA NEVE DI MAGGIO



Così non va.
Devo concentrarmi.
Devo mettermi d'impegno e continuare il progetto.
La musica.
Oh questo computer tentatore che sceglie casualmente un brano dopo l'altro pescandoli da quell'immenso archivio dentro il suo hard disk…e alla fine mi tira fuori pezzi come questo!
Ma come devo fare? Le dita sulla tastiera e l'anima nell'infinito.
Cerco di non girarmi a guardare fuori dalla finestra dell'ufficio ma il continuo agitarsi del nocciolo sotto l'effetto di un vento più autunnale che primaverile, mi chiama con insistenza. E allora mi giro ed osservo un paesaggio che è li da sempre e che ci sarà anche dopo di me, ma che ora mi parla bisbigliandomi nell'orecchio la magia di una vita stupenda.
Le note fanno il resto.
E mille carezze volano a cercare di coinvolgere in questa magia tutte le persone a cui voglio veramente bene. Un attimo che regalo a chiunque sia in grado di conservarlo per sempre.
Un attimo tra il progetto di un appartamento ed un nuovo capitolo del libro.
Un istante senza tempo.

lunedì 28 maggio 2007

LA BIBBIA E IL MAIN KAMPF

In queste giornate piovose mi capita di leggere libretti divertenti. Uno di questi, (a dir la verità un po’ lunghetto) è la bibbia. Il libro più venduto al mondo. Il testo sacro dei cristiani. La “parola di dio” (rendiamo grazie a dio). Non so quanti di voi lo abbiano letto eppure, nelle prime pagine ho trovato una cosa curiosa che solo nel Main Kampf di Hitler avevo visto citare, anche se in maniera più velata e sottoforma di “soluzione finale”. Il buon dio, l’essere supremo, perfetto e misericordioso, l’icona dell’amore eterno per antonomasia, mica rimedia ad un suo errore combinando un casino assurdo? Innanzi tutto non capisco come un essere perfetto possa nutrire un’esigenza (creare qualcosa…) ma ancor meno come possa sbagliarsi nel farla…per non parlare di come finisce per riparare all’errore! Ammetto che il romanzo inizia ad incuriosirmi!
Riporto due brevi stralci esemplificativi.


Genesi 6.6
E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti».

Genesi 7.23
Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.

WAYS REBUS 3


Terza parte del racconto fanta-meneghino…

“Signor Zildeman? Signor Zildeman si svegli… Signor Zildeman!!”
Apro lentamente gli occhi. Non capisco quasi nulla. Scorgo vaghe figure scure su uno sfondo giallo limone. E’ tutto sfocato. Gradualmente i lineamenti iniziano a prendere forma. Sono seduto su qualcosa ma non riesco a muovermi.
“Do…dove mi trovo? Cosa sta succedendo?”
Un uomo in elegante abito scuro mi si pone davanti.
“Egregio signor Zildeman lei si trova in un bel guaio. Un guaio di proporzioni che nemmeno riesce ad immaginare. Ritornerò non appena le sue capacità motorie saranno completamente ripristinate, nel frattempo le consiglio di riflettere attentamente su quello che avrà da dirmi…”.
Sono a dir poco sbalordito. Un formicolio diffuso invade tutto il mio corpo ricordandomi di avere ancora braccia e gambe che lentamente torno a muovere. Cerco istintivamente di alzarmi ma vengo subito immobilizzato da quattro persone sopraggiunte alle mie spalle.
“Cosa volete? Perché mi state trattenendo qui? Non ho fatto nulla…Voglio andarmene…LASCIATEMI ANDARE!!”
Poco dopo ecco nuovamente l’uomo elegante accompagnato da due delle ormai note figure in tuta viola e col volto coperto. L’eleganza tipica degli Ispettori Federali , lo sguardo fiero ed altezzoso e le movenze quasi meccaniche del mio relatore non lasciavano presagire nulla di buono , infatti…
“Egregio signor Zildeman, vengo subito al dunque. Lei è accusato dell’omicidio dell’Amministratore Federale Dott. Telemaco Vero. Abbiamo prove inappellabili, impronte olografiche e rilevamenti biochimici per non parlare poi dell’aggravante di premeditazione del reato a scopo di sovversione governativa rivelata da numerose intercettazioni videofoniche . Come potrà intuire è da un po’ di tempo che la teniamo d’occhio anche se purtroppo questo non ci ha permesso di fermarla prima che commettesse una simile sciocchezza”.
“No. No, no, noo…tutto questo è semplicemente assurdo, insensato. Vi state sbagliando di grosso, io ho avuto esclusivamente rapporti di lavoro documentabili col Dott. Vero, niente di più. Voglio parlare col mio difensore. SUBITO!”
“A lei non serve alcun difensore sig. Zildeman…Portatelo via”.
Mentre i quattro dietro di me cercano di tenermi fermo e di zittire le mie urla, uno degli accompagnatori al fianco del Federale estrae una specie di arma e la punta verso di me. Chiudo gli occhi urlando. Odo uno sibilo ovattato. Poi un altro e un altro e un altro ancora… Apro gli occhi e con incredulità mi trovo davanti uno scenario inaspettato. I quattro alle mie spalle sono per terra presumibilmente morti; l’arma non è più rivolta verso di me ma alla gola dell’uomo elegante mentre l’altra tuta viola è in procinto di legare qualcosa sulla mia testa.
“Segua attentamente le mie istruzioni senza fare domande” attacca il personaggio armato rivolgendosi a me. “Quello che le stiamo montando è un rivelatore di campo a 360° capace di individuare qualunque cosa intorno a lei per un raggio di 200 metri. Se qualcuno prova ad entrare minacciosamente entro questo perimetro il nostro caro Comandante fa una triste fine. Ora il sig. Bta l’ accompagnerà fuori di qui. Io resto a far compagnia al nostro amico elegantone che è ora pregato di dare in eterodiffusione l’ordine tassativo di non toccarvi mentre uscite. Chiaro COMANDANTE?
“Non riuscirete mai a cavarvela”.
“Le do 2 secondi per fare quell’annuncio…
uno…
due…
addio comandante!”

(continua…)

giovedì 24 maggio 2007

LE VENT NOUS PORTERA

Forte…mezza Italia rincoglionita ad osservare ventidue adulti che danno calci ad un pallone. Un mercoledì a dir poco precario in cui parecchi maschi cercano una rivincita a ciò che non gli funziona tra i lobi temporali. Mogli, figlie, compagne ad osservare degli zombie che sussultano ogni volta che qualcuno al posto loro riesce a combinare qualcosa. Teneri bipedi implumi.
È una serata praticamente estiva. Sulla terrazza in pietra si sta davvero bene. Un silenzio accompagnato dal cinguettio di innumerevoli uccellini, un'orchestra senza direttore alcuno, perfettamente armonizzata! Sashimi contornato dal famigerato wasabi pronto a farmi saltare le papille gustative al primo attimo di distrazione. Anni di esperienza mi evitano lo spiacevole incontro, così tutto procede con la dovuta armonia. Da un locale poco distante le note sincopate di un gruppo spagnolo mi portano lontano coi ricordi. Un personalissimo festival che meriterebbe di essere condiviso da anime assorbenti perché tanta bellezza è forse troppa anche per me…Una sera in cui ricorre qualcosa che è stato davvero significativo per Noi. Una sera speciale a termine di un giorno che per molti non è altro che uno in più, o uno in meno, ma non per due persone che hanno creduto in qualcosa di speciale che potrà essere motivo di gioia per chi dimostra giorno dopo giorno di non vivere tanto per. A Te e a Noi dedico questo eterno istante in cui tutto è riunito così, semplicemente, come ogni sorriso che scandisce un'amicizia vera come la vita. Persino buzz è riuscito ad inserirsi in questo concerto emozionale con le sue fusa ritmiche; un micione totalmente gay e forse troppo sensibile, capace di saltare sulla sedia con miagolio francesizzato alla vista di un topolino!
E Tu lo sai, quando arriva Wolf i problemi si risolvono e…ho detto cazzocchebotta!!
See you…

mercoledì 23 maggio 2007

LA COMPAGNIA



LA COMPAGNIA

Mi sono alzato

mi son vestito

e sono uscito solo solo per la strada

Ho camminato a lungo senza meta

finché ho sentito cantare in un bar

finché ho sentito cantare in un bar.

Canzoni e fumoed allegria

io ti ringrazio sconosciuta compagnia.

Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore

Ma so che sento più caldo il mio cuor

So che sento più caldo il mio cuor

Felicità.

Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già

Tristezza va una canzone il tuo posto prenderà

Abbiam bevutoe poi ballato è mai possibile che ti abbia già scordato?

Eppure ieri morivo di dolore

ed oggi canta di nuovo il mio cuor oggi canta di nuovo il mio cuor.

Felicità

Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già

Tristezza va una canzone il tuo posto prenderà

(Donida - Mogol)

SISTEMI VOLATILI COME UN TEMPO IGNOTO

Vi siete mai chiesti quanto Vi resta ancora da vivere? Ovviamente non ci si fa questa domanda poiché per la maggior parte di noi non c'è una risposta, ma una certezza l'abbiamo: per quanto il decorso di una vita possa essere longevo, esso è comunque breve (fly time…). La sensazione di immortalità che inconsciamente regna in ognuno di noi ci porta ad usare il nostro tempo con leggerezza, addirittura in molti casi a sprecarlo. Lo so perché commetto lo stesso errore quasi ogni giorno. Lo so ancora meglio perché me ne accorgo. Quante volte teniamo dentro parole che avremmo voluto dire al cielo. Quante volte viviamo un desiderio coltivando la speranza che si realizzi senza usare invece tutte le nostre risorse affinché questo avvenga? Troppo spesso la paura di metterci in gioco, di cambiare, di perdere quello che abbiamo ottenuto fino a questo istante, ci limita spaventosamente. Rischiamo seriamente di NON vivere la nostra vita ma di essere ciò che qualcuno o qualcosa intende farci essere. Veicoliamo spesso il vero senso di ciò che siamo per paura di qualcosa o perché "non si deve fare così". Poi arrivano i palliativi di fine settimana che ci permettono di saltare i primi giorni della successiva e così via in un circolo vizioso verso il buio eterno. Beh, non voglio essere troppo drammatico ci mancherebbe, sto solo provocando all'eccesso per una riflessione costruttiva che ci riporti a riconsiderare l'inestimabile valore che ognuna delle nostre vite ha in quanto tale, non in quanto stereotipata da società massificanti. In tutto questo i fattori più determinanti per allontanarci da tutto il superfluo e tornare a riflettere sul senso di noi, io li chiamo Amore e Amicizia. Due concetti tanto grandiosi quanto rari, oserei dire alla portata di pochi fortunati. Pochi "eletti". Le persone veramente importanti in alcuni casi hanno bisogno di te, in altri casi tu di loro ma di sicuro, non spariranno mai dalla tua vita perché ne sono parte complementare e chi non lo comprende non ti comprende. Un armonia di rispetto e sincerità profondi sono le chiavi che fanno il resto e non permettono all'egoismo di portarci verso uno sterile individualismo che porta solo ad un'apparente felicità precaria ed effimera. So che ci siete. Sappiate che ci sono. "Together we stand…divided we fall" PF 1979

QUEL BAUDELAIRE…

Riporto una poesia che guarda a caso mi fu inviata da Lei (conoscendo-mi)…birba birba!


UBRIACATEVI

Bisogna essere sempre ubriachi .
Tutto sta in questo: e' l'unico problema.
Per non sentire l'orribile fardello del tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso terra, bisogna che vi ubriachiate senza tregua.
Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù , a piacer vostro.
Ma ubriacatevi.
E se qualche volta, sui gradini di un palazzo, sull'erba verde d'un fossato, nella mesta solitudine della vostra camera, vi risvegliate con l'ubriachezza già diminuita o scomparsa, domandate al vento, all'onda, alla stella , all'uccello, all'orologio , a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, domandate che ora e'?
E il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio vi risponderanno:
E' l'ora di ubriacarsi ! Per non essere schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi;
ubriacatevi senza smettere!
di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro.

Charles Baudelaire

WAYS REBUS 2

Seconda parte del racconto fanta-meneghino…

" Staziono il mio trasporter accanto al 30\29 di viale Dossi.
La cancellata in stile liberty appare in elegante contrasto con il resto della recinzione in vetro-titanio profilato acciaio satinato dai riflessi violacei.
Mi avvicino all’ingresso alla ricerca del video comunicatore che nonostante la mia insistenza non trovo. Tutto d’un tratto l’inferriata si apre senza il minimo cigolio o rumore rivelandomi l’inizio di un viale segnato da una discreta quantità di cipressi.
M’incammino lungo il ciottolato passando accanto ad alcune fontanelle in pietra dal gusto un po’ retro’ e rimango sorpreso dalla maniacale cura con cui ogni filo d’erba ed ogni sassolino sembrano disposti; eppure l’atmosfera che si respira è di assoluta desolazione.
Dopo un centinaio di metri scorgo quelli che solo in un secondo tempo riconoscerò come potenziali nuclei abitativi: tre enormi parallelepipedi completamente rivestiti con assi di vero legno di quercia (assolutamente raro e costosissimo) senza alcuna apertura visibile, senza pulsanti da sfiorare, niente di niente.
Passo in rassegna i tre strani elementi architettonici quando all’improvviso e con mio grande stupore nella parte centrale dell’edificio di mezzo alcune assi si discostano sovrapponendosi ad altre e ad altre ancora, in parte verso destra e in parte verso sinistra rivelando una superficie di vetro in cui mi trovo “magicamente” riflesso insieme a tutto il parco alle mie spalle…stupefacente!
Mi avvicino ed automaticamente anche la superficie vitrea si divide invitandomi a proseguire.
Provo una sensazione a metà fra lo stupore ed il timore, come quella di un bimbo di fronte al suo primo ologramma.
Appena dentro tutte le aperture si richiudono istantaneamente alle mie spalle e per un attimo sono nel buio più assoluto.
Subito una miriade di lumino piastrelle disposte in maniera disordinata sul pavimento si accendono ma senza rivelare i confini dell’ambiente circostante che rimane indefinito e piuttosto angosciante.
Una voce femminile calda e setosa tipica dei moderni house assistant mi allontana da quel microcosmo emozionale in cui mi ero infilato quasi inconsciamente: “Benvenuto sig. Zildeman, il mio padrone la sta aspettando. Come potrà immaginare il suo trasporter ci ha già informati del motivo del suo ritardo quindi non si preoccupi e non si giustifichi. Segua il percorso illuminato fino all’elemento mobile interno e vi entri, la porterà a destinazione nella sala blu”.
Seguo le istruzioni della voce sensuale.
Entro in una specie di ascensore proprio come quelli che si trovavano nelle palazzine di inizio ‘900, una gabbia di ferro con pareti di rete metallica, solo che questa non è appesa ad alcuna fune ne tantomeno ad ingranaggi o pistoni. Una volta dentro vengo trasportato senza comprendere ne come ne in che direzione e senza avvertire il benché minimo rumore.
Ci fermiamo.
Esco.
Sono sulla soglia di una stanza dalle pareti azzurro cielo lievemente illuminate, pochi elementi d’arredo, per lo più pezzi d’antiquariato, sembra una sorta di galleria d’arte.
Entro.
Non vedo nessuno ad attendermi. Vago per la stanza incuriosito dai mobili. Supero uno scrittoio in noce stile ‘800 e mentre proseguo osservando un Matisse pendente dal soffitto inciampo in qualcosa finendo a terra.
Fortunatamente riesco ad attutire la caduta.
Mi giro per rialzarmi: accanto a me il corpo di un uomo.
Il viso riverso sul cemento, un braccio sotto il busto e l’altro piegato fra le scapole; gambe incrociate in maniera anomala.
La postura di quello che ho subito capito essere un cadavere era del tutto innaturale.
Istintivamente cerco di girare il corpo per vederne il volto e appena lo tocco provo una sensazione orribile: al posto di ossa e muscoli sotto quel vestito pareva esserci una fredda gelatina informe.
Grido inorridito e indietreggio di scatto osservando quel viso gommoso, irriconoscibile, mostruoso! Respiro in modo scomposto e affannoso.
Il mio cardiosensore si attiva cercando di compensare la scarica di pulsazioni che sta aumentando paurosamente.
Mi alzo e cerco di riprendermi urlando: “C’è nessunoooo? C’è nessunoo?”
…Nessuna risposta.
Devo chiamare l’Autorità d’Ordine Pubblico ma…oh merda, ho lasciato il videofono sul trasporter!
Mi avvio verso l’uscita.
Riesco a fare solo pochi passi quando dall’ingresso della sala azzurra vedo sbucare improvvisamente uno dietro l’altro sei personaggi in divisa viola come quelli che avevo visto nella piazza del Duomo. Senza dire una parola due di loro mi prendono per le braccia immobilizzandomi in un angolo mentre gli altri quattro dispongono con precisione e fare meccanici e in punti diversi della sala degli strani strumenti triangolari piazzatisu dei cavalletti.
“Chi siete? Cosa volete da me? Dobbiamo avvertire l’A.O.P., c’è un cadavere per terra non vedete? Alloraaa? Chi cazz… siet… che csa m avte fat…io nn …io nn…”

(continua…)

lunedì 21 maggio 2007

CENA CULTURALE




Un altro week-end in quota. Stavolta riusciamo a partire poco prima delle 19 dal contesto urbano a causa di una giornata lavorativa che si è purtroppo (o per fortuna) protratta più del previsto. Ci aspetta una cena di cui ignoro i commensali appartenenti comunque ad un gruppo che sta promuovendo un’iniziativa letteraria denominata “letteraltura”, un nome divertente ed azzeccato se si pensa che racchiude esattamente il senso dell’iniziativa culturale in una sola parola. Lasciamo l’auto al solito posto e ci incamminiamo tra i boschi ombrosi e sornioni in direzione della baita-ristorante che da poco ha riaperto i battenti in vista della stagione estiva. Passeggiando decisi tra gli alberi mi sembra di percepire gli sbadigli accomodanti di una vegetazione pronta a godere della stellata notte in arrivo; la cosa mi infonde una tale serenità che ogni piccolo problema della quotidianità cittadina pare dissolversi nel nulla e si allontana come ogni inutile pensiero che non sia degno di quel paradiso. Ad un certo punto, dietro una collinetta, proprio in mezzo al sentiero ci troviamo persino “faccia a muso” con un vecchio camoscio che con fare elegante e per nulla spaventato, si sposta di qualche metro lasciandomi il tempo di estrarre il telefonino e fargli una foto al volo (la pubblico anche se non proprio eccezionale data l’ora e la luce…). Finalmente eccoci al ristorante. Io ho una fame da lupo, lei un po’ meno, lui peggio di me! Entriamo nel locale destinato alla cena: una stanzetta piuttosto bassa con le pareti completamente rivestite di legno di larice intagliato, il soffitto decorato con scene di caccia, le tende in pizzo bianco-crema delicatamente lavorate, il pavimento in pietra locale a spacco consumata dal tempo, applique in ferro battuto e una stupenda stufa in maiolica color mattone con decori floreali avorio. I partecipanti son già tutti li. Tre coppie, un’anziana guida alpina, un fotografo e una redattrice. Dodici persone in tutto. Fatte le presentazioni di rito e discusso brevemente dell’iniziativa, iniziamo timidamente con degli antipasti delicati ed i primi sorsi di un vino del signor Planeta, noto per ricavare delle sue uve ad alto contenuto zuccherino dei nettari non proprio leggerissimi…! Non mi dilungo su come è andata la cena, vi posso solo dire che al dolce, uno strudel ovviamente accompagnato da un ottimo ice-wine tirolese, i timidi commensali sembravano la combriccola del Blasco in vacanza a Ibiza a ferragosto. Il più acculturato del gruppo era in un angolo piegato in due a ridere tanto che sembrava una fontanella bonsai rossa da cui zampillavano lacrimucce di gioia. Le coppie si erano mischiate come un mazzo di carte di Binarelli. Il sottoscritto teneva banco con la complicità dell’anziana guida settantasettenne che ormai chiamavamo Asterix per l’imbarazzante somiglianza col mitico gallico mentre gli altri venivano dietro a dar man forte allo show. Non credo mi dimenticherò mai quella serata e credo ancora meno i personaggi del mondo letterario abituati forse a sonnacchiose riunioni in freddi e anonimi palazzi della capitale lombarda. Fantastico. Questi attimi io li chiamo vita e per quanto la complicità dell’alcol sia indiscutibile, quando l’uomo ritrova la sua serenità e sa vivere nella semplicità di un rapporto vis a vis vero e sincero, certe cagate le lascia dove devono stare ovvero negli archivi di freddi e anonimi palazzi di cemento.

giovedì 17 maggio 2007

TOLLERANZA (RENATO) ZERO


Sempre da quella scatola delle immagini giungono riproposizioni di accadimenti poco lontani nel tempo e ancora capaci di farmi venire la pelle d'oca. In un giorno di incazzatura doc, tra abforme realtà biologiche iper dominate da un narcisismo tanto incancrenito quanto fine a se stesso, nascono riflessioni che forse è meglio tenga dentro di me. L'immagine la considero abbastanza eloquente. Ohhh l'amour...oh la vie..

martedì 15 maggio 2007

POEMETTI DISTRATTI

Certi momenti mi va di racchiuderli in una poesia; quella che segue si intitola "Diversamente".

Diversamente la luce sa illuminare le cose.
Diversamente riflessi di sere spoglie portano all'animo
colori e suoni, ombre o calore.
Diversamente l'amore si presenta alla nostra porta
quale saggio consigliere di verità o malinconico ricordo.
Diversamente sappiamo essere unici e forti di una falsa solitudine.
Diversamente la morte sa essere passaggio, soluzione o fine.
Diversamente il tempo dell'uomo e delle cose percorre il nostro mondo
mentre noi ci affanniamo per l'effimero e il narciso.
Diversamente il poeta sa cogliere il soffio dell'anima, l'origine dei sentimenti.
Diversamente nei suoi occhi sa celarsi l'inganno.
Così, diversamente queste parole sanno essere
il più profondo amore e il più grande addio.

WAYS REBUS 1


Vi propongo un breve racconto scritto tempo fa per un'iniziativa meneghina. Per non annoiare nessuno lo riporterò a "puntate". Trattasi di cosetta leggera pseudo fantascientifica.

…un ammaliante vento mi accarezza i capelli regalandomi una calda sensazione di benessere…
Sono dinanzi ad uno dei più bei tramonti che i miei occhi potessero ricordare. Il profumo di quel mare color smeraldo, l’ovattato scroscio delle onde…abbasso le palpebre e mi abbandono al piacere puro godendo fino in fondo quel attimo eterno… Riapro lentamente gli occhi. La vista leggermente appannata riporta il mio essere fisico ad una realtà alquanto diversa e lontana. La ventosveglia mi avverte col suo aromatico soffio che sto entrando nella fase di “ritardo all’appuntamento”. Il mio bio-letto fa il resto: in un attimo mi trovo di fronte al bodyscanner che puntualmente trasmette all’e-buyfood una lista di “mangimi” a basso contenuto di colesterolo per riparare a quelle scappatelle culinarie che ancora mi ostino a compiere per ricordare alle mie papille gustative il tempo in cui la razza umana conosceva ancora il significato della parola cibo. Nella sala arancione mi attende la solita colazione, un composto di cereali e latticini rigorosamente provenienti da coltivazioni ad atmosfera controllata, protomix e guaranà verde, due pillole di Aloe Vera ed un cioccolatino vegetale. Il mio Atm6000 sfreccia che è un piacere sulla sopraelevata ma stranamente la scelta del percorso non è quella che mi aspettavo…
Mi trovo incolonnato di fianco alle guglie del Duomo. Fermi.
Nella piazza sottostante un gruppo di strani individui in divisa viola e col volto nascosto da un olo-casco fanno da cordone protettivo intorno a qualcuno accasciato sulla pavimentazione ottocentesca. La colonna di transporter che si è formata nel frattempo prosegue a perdita d’occhio fin oltre la sopraelevata 6 all’ottavo piano di palazzo Pirelli e giù verso il quartiere Cormano. Non ricordo un blocco viario di questa entità dai tempi della sospensione del servizio pubblico del 2094. Mentre il mio ritardo continua ad aumentare mi rendo conto che qualcosa di grave è accaduto oggi a Milano. Lentamente la coda si smaltisce anche grazie ai nuovi sistemi di comunicazione GPS t9 dei trasporter capaci di interfacciarsi calcolando in tempo reale il percorso alternativo migliore in funzione delle destinazioni parziali di ogni mezzo coinvolto nell’ingorgo. Così in un baleno sono nei pressi dell’abitazione del mio bizzarro cliente di cui non so praticamente nulla tranne indirizzo, motivo dell’appuntamento (inerente al mio lavoro di uman house designer) e una certa disponibilità finanziaria dati gli accrediti d’acconto che m’ha fatto avere. Siamo nel quartiere residenziale Usmatese attualmente il più rinomato ed esclusivo della città e forse dell’intera fascia prealpina dove esistono ancora abitazioni con verde privato ottenuto grazie al potere politico di pochi eletti sfuggiti all’esproprio del ‘102…

(continua…)

TRA LA FOLLA

"…allora aspetto la mail. Ciao e buona notte." Proprio in quell'istante, mentre la piccola folla che aveva riempito la piazza si avviava sonnolenta verso casa dopo lo spettacolo, qualcosa svaniva nell'ombra…La sua forma sinuosa avvolta in quel vestito leggero si allontanava con fare elegante, quasi regale, mentre una leggera brezza accompagnava i suoi lunghi capelli d'angelo come la più eterna delle ancelle. Per pochi ma memorabili minuti tutto quello che in realtà era l'effimero senso della serata passò in quarto piano. La band, tutte quelle persone con il loro costante chiacchierio, le luci variopinte provenienti da ogni dove, lo speaker del banco di beneficenza…tutto in un istante svanì e divenne silenzio. Una sola luce, un solo suono, una sola sensazione…un ibrido fra umano e divino, qualcosa di essenziale, qualcosa di vivo in un mare di superficialità. La seguii con lo sguardo incantato mentre si dirigeva verso le bancarelle in chiusura, seguita dalle sue due dame di compagnia; un cerimoniale invisibile per quei poveri sudditi strafogati nella birra, un evento dell'anima fra i castelli dell'infinito…Una corposa risata mi richiamò alla banale realtà di una città ormai fatta solo di cortigiani alterati e comparse postume; sebbene prima, la speranza che qualcosa potesse accadere mi incuriosiva e dava un senso al tutto, ora la consapevolezza che nulla di più interessante di Lei sarebbe mai potuto succedere rendeva inutile proseguire la serata. Salutai i bevitori di birra e i fumatori di marijuana e mi avviai verso l'auto felice del mio piccolo tesoro ben custodito nel telefono cellulare: una serie di lettere intervallate da un segno simile ad una "a" minuscola…un segno stranamente da Lei chiamato correttamente "at" al contrario di quanto avrebbe fatto il 99% delle persone nominandolo "chiocciola"; per molti potrebbe essere solo un dettaglio ma ogni istante di quella conversazione era per me un motivo per essere li, fra le pareti dell'anima…

venerdì 11 maggio 2007

PAPA SS (Super Star)



Forse mi pongo domande che non dovrei pormi, eppure lo scopo di questo blog non è certo solo quello di raccontarvi i cazzi miei anzi, diciamo che quello è l'ultimo degli scopi. Vorrei porre l'attenzione su un quesito che indirizzo in modo particolare a chi si ritiene cattolico praticante, a chi insomma fa della bibbia il suo testo sacro, a chi frequenta luoghi di preghiera e a chi riconosce nel papa il rappresentante di dio sulla terra ecc. Bene, leggo e vedo in tv di un viaggio del sommo sacerdote in Brasile. Viaggio giustificato dal fatto che sia necessario portare la "parola di dio" nel mondo affinchè l'indottrinamento globale consenta pace, uguaglianza e vita dignitosa per tutti gli abitanti della terra. Un viaggio in una terra difficile e piena di miseria. Un viaggio molto contestato. Un viaggio costato oltre SETTE MILIONI DI EURO e non ancora conlcluso. Sapete quanto basterebbe ad un bimbo di una favelas x vivere degnamente un intero mese? 34 dollari ovvero con 25 euro. Bene, a conti fatti il viaggio del vostro papa, se fosse stato in video conferenza (sapete, nel 2007 questo è possibile...) avrebbe permesso a chi ha speso e sta ancora spendendo quei capitali, di rendere DIGNITOSA (e salvata) la vita di almeno 23400 (VENTITREMILAQUATTROCENTO) bambini per un intero ANNO. Cristianità...




giovedì 10 maggio 2007

UN OGGETTO DI VITA

Accade in maniera subdola, che piano piano si finisce col riporre, un pezzetto per volta, una gran bella fetta di "vita" dentro quelle scatolette sempre più capienti che si chiamano ancora telefoni cellulari, per quanto la funzione primaria sia ormai finita in un angolino piccolissimo. Oggetti sempre più tecnologici e complessi ma sempre meno complicati e dotati di "human interface" del tutto intuitive, per le quali la tendenza è quella di arrivare a rendere superflue le vecchie e care istruzioni d'uso. Foto, suoni, testi, messaggi, e-mail, video…tutto li dentro, in quell'oggetto del quale tanti di noi non riescono a fare più a meno poiché, essendo costantemente alla ricerca di stimoli ed emozioni, riusciamo e trovarle nei ricordi di ciò che ci ha fatto bene o anche male, ma che qualcosa ci ha fatto! Ebbene, un bel giorno succede che quello scrigno dei ricordi non ne vuole sapere più di accendersi. Ci prova con tutte le sue forze ma purtroppo non ce la fa. Panico. Sicuramente il centro assistenza avrà la soluzione al mio caso. Un prodigio della scienza come questo non ti può lasciare senza una spiegazione così, all'improvviso. La notte sarà lunga in attesa che il giorno porti la luce nella camera da letto di un tecnico ancora inconsapevole che dopo aver fatto colazione, essersi lavato i denti, indossato il vestito d'ordinanza grigio con la scritta Nokia sul taschino, ed essere arrivato nel solito, banale ufficio bianco pieno di oggetti stantii, si sarebbe trovato davanti un uomo con un piccolo oggetto in mano ed un espressione malinconico-interrogativa del tipo "so che lei mi può aiutare, perché oggi è il giorno in cui lei può far qualcosa per i ricordi di qualcuno, ricordi persi in parte nella sua memoria ma ancora impressi in quel pezzetto di silicio che non riesce più ad esprimersi…". Il sole è sorto ecc. ma le risposte di quel tecnico sono state tanto scrupolose e dettagliate quanto atoniche e ciniche. Duemilatrecento messaggi e centinaia di altri "effetti" personali svaniti nel nulla…frasi e suoni di persone che rimarranno sempre nella mia vita ma di cui certo amavo conservare i pensieri frutto di certe situazioni e certi istanti. L'ultima cosa che mi è stata chiesta dal cinico ometto è la seguente: "ma non ha fatto un regolare backup dei dati su pc?" …aaarghhhhhh!!!!!

mercoledì 9 maggio 2007

STEREOTIPATI?

"Il profilo socio-economico di chi vive solo è medio alto, molto tempo libero è dedicato alla lettura, allo sport e alla tv. I nuovi single considerano la loro situazione come temporanea, sono dunque alla ricerca di un partner, e per trovarlo in molti fanno ricorso al dating online. Il 60% del campione in esame possiede un collegamento internet a casa. Il loro rapporto col web: il 33% si collega tutti i giorni, e il 13% più volte alla settimana. Ma torniamo alla ricerca dell'anima gemella, le caratteristiche che fanno la differenza non hanno a che fare con un determinato credo politico; si ricerca una persona in cui riporre fiducia, che sia leale, che abbia i suoi spazi e con la quale condividere un'equilibrata vita sessuale. Ma attenzione, anche nel caso fortunato in cui tutte queste caratteristiche si trovino a coincidere, lo status di single è duro a morire, infatti il matrimonio in tempi brevi è generalmente escluso."

Fonte: unionesarda.it

Pensavate di essere "unici" ? ....

martedì 8 maggio 2007

PROPRIETÀ ASSOCIATIVA











Mi è capitato qualche giorno fa di assistere casualmente all'esibizione di alcuni capi di bestiame, nella fattispecie vacche di razza bruna. Ho notato come naturalmente molte persone s'intenerivano davanti ad una mucca col suo vitellino di 10 giorni appena. L'effusioni che istintivamente si scambiavano la mamma col suo cucciolo avrebbero sicuramente toccato nel cuore anche bernardo provenzano; una kermesse di bacioni e strusciamenti accompagnati da occhi chiusi con forza dal godimento, proprio come quando ci fanno le carezze sotto il mento o ci baciano sul collo nella zona proprio tra la spalla e l'orecchio... Un'esperienza di vita dolcissima che curiosamente pochi considerano per quello che alla fine rappresenta: una catena alimentare per l'uomo. Ahimè, il sottoscritto la considerà certamente come tale ma…che bontà! (foto casualmente scattate a poche ore di distanza…)

















UN WEEK-END TRA NUVOLE E CANZONI




"Ore di pura magia avvolti dai canti delle streghe, oh noi invasori del loro habitat naturale!"

Questo sabato termino volutamente alle 17 la settimana lavorativa. Piove ancora. Aspettiamo un amico che viene da lontano con la sua elegante auto da buon imprenditore milanese. Finalmente arriva praticamente puntuale e così passiamo a salutarci per ben benino in un fragoroso bar poco distante, seduti davanti a qualche birra chiara. Nonostante le condizioni meteo la direzione che a breve prenderemo punta diretta verso nord, una baita tra i boschi a 1800 mt s.l.m. Siamo tutti e tre positivamente carichi per il tempo sereno che ci attende. Gli zaini straripano di libagioni che fan pensare più ai rifornimenti per un albergo che alla spesa per una cena e un pranzo per tre persone! Arriviamo fino dove è consentito giungere con l'auto e sotto una pioggia incessante ci incamminiamo a piedi svanendo inghiottiti da un bosco rigogliosissimo. Il sentiero non è assolutamente impegnativo e il dislivello alla portata di un notaio ma l'atmosfera e il paesaggio, assolutamente privo di esseri umani a causa delle "cattive" condizioni del tempo, trasmettono qualcosa che arriva al cuore senza passare prima da nessun'altra parte! Arriviamo finalmente in baita un istante prima dell'imbrunire e in quattro e quattr'otto (ovvio 4+4=8) sistemiamo tutto ed accendiamo A - musica B - caminetto C - stufa D - candele. Situazione, ambiente ed atmosfera degne del più utopico dei film d'Amore ma ovviamente essendo tre maschietti decisamente etero, buttiamo il tutto su qualcosa di più leggero tenendo provvisoriamente ogni nostra intima ambizione ben nascosta in qualche angolo della cassa toracica. La cena vola via bagnata da sei bottigliette di tutto rispetto, dai bianchi delle "Langhe tedesche" meno conosciuti ma con struttura degna di nota, ai rossi piemontesi con qualche annetto di cantina alle spalle, per poi concludere con un classico di Pantelleria finito per far sesso con un tiramisù libidinoso e provocante. Un escalation di piaceri, corroboranti e suoni da favola! Ed infatti nel bel mezzo della notte i nostri eroi che cazzo si mettono in testa di fare? Ma è ovvio! Un bel giretto nel bosco per arrivare al vicino lago dove si narri giochino folletti e streghe di ogni tipo… Per fortuna non piove quasi più ma il cielo ancora completamente coperto non permette alla luna di fare il suo lavoro e quindi...buio pesto! Quello che è stato nelle tenebre di un bosco sulle rive di un lago è semplicemente un sogno che nei nostri cuori avrà il tempo della vita… Quello che è stato del trasferimento fino a quel luogo rimarrà invece per qualche giorno stampato sulla mia chiappa sinistra a causa del volo che ho fatto su un sasso che ha voluto proprio baciarmi il c…… ! Miiii chebbotta!!
Nonostante le poche ore di sonno, la domenica è stata anch'essa un gioco di vita semplice che fortunatamente ci sa coinvolgere ancora, proprio come i cubetti di legno sanno emozionare un neonato che vive della proprio creatività e non di quella imposta da sofisticati congegni elettronici. Una piccola riflessione di quanto a volte, anzi spesso, il tutto sia fatto di niente.

venerdì 4 maggio 2007

MAGGIO E IL CAMINETTO

Un nuovo inizio di primavera. Potremmo considerare questo clima incerto, una costante novità, un qualcosa che crea l'imprevisto capace di fornire l'alibi per discussioni da bar o da fermata dell'autobus, per non parlare di quelle gabbie sonnacchiose chiamate uffici. Vi rendete conto quante centinaia di migliaia per non dir milioni di persone, scambiano parole sul freddo appena ripiombato sulla nostra bella penisola, poco memori di ciò che al contrario fino ad un mese fa discutevano come un caldo fuori dalla norma? Fantastico, siamo un enorme circuito stampato nel quale fluiscono con costanza impressionante milioni di bit ogni giorno, con la stessa metodologia e cadenza. Ieri sera numerose conferme, ma fortunatamente anche qualche smentita. Parcheggio la macchinina viola col tetto bianco vicino all'ingresso del supermercato. Piove di brutto (come direbbe una mia amica sempre più milanese…). Mancano circa 20 minuti alla chiusura ed ovviamente non mi son nemmeno fatto un biglietto della spesa; d'altronde non lo faccio mai forte della convinzione che, percorrendo gli scaffali in modo ordinato e sistematico, vedo tutti i prodotti e mi ricordo cosa mi serve…ma ovviamente appena arrivo a casa m'incazzo perché ho dimenticato qualcosa, e quando va male è la carta igienica!! Comunque stavolta tutto ok, riesco velocemente a fare tutto e mi fiondo in videoteca a scegliere il film. Anche qui stranamente risolvo tutto in circa 10 minuti (di solito per scegliere, soprattutto se non sono solo, ci vuole almeno il doppio del tempo), finendo per noleggiare "The prestige" al quale, una volta visto, darò un personalissimo 6+ per l'impegno. Finalmente arrivo a casa…la mia casetta nel bosco. Mollo la busta in plastica con la spesa vicino al divano, mi sfilo la borsa a tracolla blu, levo la giacca e mi fiondo in primis sullo stereo; la scelta cade sui Pink Floyd, album "The Dark Side of The Moon", volume - 28db, e la mia serata ha inizio… Un sorriso al caminetto che ormai triste e rassegnato a sonnecchiare fino a novembre, in un baleno s'illumina d'immenso sorridente e solare, ed io con lui, il tutto in una sorta di dialogo scoppiettante ed allegro uomo-fuoco-ferro. Olè! La mia cena quasi pronta e il platorello del lettore dvd che si apre per inghiottire il film mi proietta verso le piacevoli prossime due ore. Accarezzo l'anima di tutti coloro che non son qui con me e come al solito inizio con un brindisi alla semplicità di questo istante…

giovedì 3 maggio 2007

NASCE IL BLOG DEL BASILISCO

Naturalmente una data come tante per tutti Voi o per la maggior parte di Voi.
Un giorno significativo per me.
Nasce e viene messo in rete il mio diario in questo 3 di maggio 2007. Uno dei milioni di quadernetti digitali che per altrettanti individui rappresenta un modo di essere riconosciuti ancora come tali in una globalità massificante come questa. Inizia un percorso che mi porterà verso una metà che non posso ancora conoscere. Dati, immagini, emozioni, parole, sorrisi e amarezze per capire quello che in fondo è un'entità impalpabile ma comune a tanti di noi: una VITA.
L'avventura inizia, immersa fra le note dei Gotan Project…