venerdì 21 dicembre 2007

AUGURI


Un brindisi al senso di ciò che siamo,
a chi si commuoverà con noi,
a un 2008 che ci vedrà ancora protagonisti
di questo inestimabile spettacolo che chiamiamo
VITA!


lunedì 17 dicembre 2007

MADE IN ENGLAND

Un'Inghilterra che non significa solo Londra.
la VERA Inghilterra. Una nazione che vive ancora realmente di tradizioni secolari.
Luoghi qualsiasi di un'isola unica in cui ti trovi dei cartelli stradali che "ringraziano per la cortesia che fai al mondo col tuo rispettare il codice della strada". Pub in cui la polizia controlla con tanta severità quanta gentilezza se sei un limite per la libertà altrui o se hai stupefacenti addosso: "stia pure tranquillo il cane sembra cattivo ma è solo un cucciolone con un olfatto incredibile"...un sorrisone e via. Treni puliti e puntuali con scarti di pochi secondi sui quali il controllore che ti trova senza biglietto te ne stampa uno con la maggiorazione senza tante storie, ringraziando della gentile collaborazione. Un paese in cui le amministrazioni SONO al tuo servizio e non il contrario! Una terra in cui il sole e la pioggia hanno il coraggio di alternarsi ogni mezz'ora, dando ragione agli anziani che di casa uscivano sempre con l'ombrello in mano.
Un viaggio tra le verdi campagne del Kent ricche di parchi e ville isolate, per finire giù verso il mare dove la costa proietta sempre qualcosa di nostalgico addosso. Una nostalgia piacevole che solo qui diventa contemporanea agli eventi anzichè subentrare con i ricordi in un momento successivo. Il cielo cupo, gabbiani acrobati nel vento, le casette dei marinai ed un'atmosfera che sembra immutata da centinaia di anni. Lo sguardo verso l'infinito e i piedi in una sabbia ghiaiosa. Tutto alle mie spalle e tutto davanti a me: la rinnovata magia della vita. I suoni dell'amicizia e i profumi dell'amore sono catalizzatori di un'estasi personalissima e inattaccabile.
La caotica, multietnica ed eclettica London lontana. Qui i volti "reali" di sudditi ancora orgogliosi di questo appellativo. Una tappa dentro uno dei più vecchi pub locali per le tradizionali fish and chips. Due o tre pinte di birra (e che birra!) e il viaggio prosegue tra le fioche luci di lampioni forse stanchi di illuminare un'altra umida notte inglese...


mercoledì 28 novembre 2007

dal DIARIO AZZURRO n.213 del 27.11.2007

(un po' di Silvano...)

L’avvocatoOgni tanto la vicina di casa, Simonetta, mi presenta un amico. Così al patrimonio già cospicuo del mio territorio affettivo, si aggiunge un nuovo “capolavoro vivente”. Questa volta si tratta di un giovane avvocato che dice di aver letto con interesse Lettere dalla Kirghisia e che la lettura l’ha convinto a denunciare lo Stato Italiano a un tribunale internazionale. Mi ha incuriosito e l’ho invitato a sedere al chiosco delle bibite. “Io prendo un succo di mirtilli e gli avvocati cosa bevono?” “Visto che in Italia ci sono circa 210.000 leggi vigenti e che per conoscerle tutte, studiando ogni giorno una legge ci vorrebbero 575 anni, prenderò un caffè.”Mi piacciono le persone che sanno comunicare dati sconcertanti con leggerezza e umorismo. “Perché vuoi denunciare lo Stato Italiano a un tribunale internazionale? Quali sono i capi d’accusa?” L’avvocato socchiude gli occhi.“Omissione di soccorso”, “Strage”, “Spaccio di droga”, “Falso in bilancio”, “istigazione alla violenza” etc.” “Pensi che qualcuno ti darà retta? Puoi provare le tue accuse?” “Cominciamo con ordine: “Omissione di soccorso” Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese, da circa 5 anni chiedono soccorso allo Stato, ma nessuno fa nulla di rilevante e sulle bancarelle dei mercati è apparsa la scritta della vergogna “frutta per pensionati”, frutta bacata che in genere viene buttata. ”Concorso in strage” Da anni lo Stato si rifiuta di attrezzare le ferrovie per i trasporti e ciò, a causa delle decine di migliaia di Camion a rimorchio che intasano le autostrade, produce circa 10.000 morti per incidente l’anno. “Spaccio di droga” i Monopoli di Stato vendono sigarette e sui pacchetti troneggia la scritta IL FUMO UCCIDE. “E la condanna?” “Tutti i politici e i funzionari di stato verranno condannati a imparare a memoria il tuo libro Lettere dalla Kirghisia. Ti basta?” “Mi basta. Verrò a trovarti in carcere.”

SILVANO AGOSTI

lunedì 19 novembre 2007

CHIESA S.p.A. - A CARICO DEI CONTRIBUENTI.

Riporto citazioni da chi è meglio informato di me affinchè prima o poi finiscano assurdità come questa che di democratico non hanno nulla...tanto meno di corretto.
Svegliamoci gente, SVEGLIAMOCI!!


"Quanto ci costa questa nostra imbarazzante classe politica ormai è cosa nota. Ma c’è un’altra casta che ci costa davvero tanto. E non solo in termini economici ma anche – e soprattutto – per questioni legate alla sua costante ingerenza in un ambito (la politica) che mai dovrebbe appartenergli in una democrazia compiuta. E’ Santa Romana Chiesa. Da quando, nel ’90, è stato codificato, attraverso l’istituzione dell’otto per mille, il finanziamento palese ad alcune confessioni religiose, un fiume di denaro fresco ha cominciato a fluire nelle casse della Cei raggiungendo – secondo un’inchiesta recente di La Repubblica - il miliardo di euro l’anno. “Ruini è il dominus incontrastato di questo denaro - scrive Curzio Maltese, inviato del quotidiano diretto da Ezio Mauro - e tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l'ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari”. E stiamo solo parlando di una delle tante voci a bilancio della Chiesa cattolica. Ma la domanda di fondo è più ampia, anche se più banale: quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani? E se è anche lecito poter pensare che la politica, il governo di un paese, abbiano un costo, perché si dovrebbe accettare che una confessione religiosa, ormai non più da tempo religione di Stato, debba essere foraggiata dai cittadini italiani attraverso il prelievo diretto sull’Irpef? In nessun Paese al mondo funziona come da noi, neppure nella cattolicissima Spagna o in altri Paesi dove la presenza Vaticana è particolarmente numerosa. Eppure, ogni volta che qualcuno muove una critica al sistema, chiedendone una revisione, il braccio armato della Chiesa presente in Parlamento blocca qualsivoglia istanza di cambiamento. E tutto finisce lì. Eppure bisognerebbe rispolverare la memoria e ricordare, ogni tanto, come funziona questa “elargizione volontaria” dei cittadini verso le casse Vaticane. E’ certamente vero che gli italiani preferiscono pagare i preti più dei politici, ma non è detto che tutti la pensino allo stesso modo. Val la pena, allora, di rammentare che il meccanismo dell'otto per mille sull'Irpef, studiato a metà anni ‘80 da un fiscalista del calibro di Giulio Tremonti, all’epoca consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. I l 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale. Una mostruosità giuridica la definì già nell'84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini. Che tale è rimasta, senza particolari lamentazioni da parte dei responsabili delle altre confessioni, troppo minoritarie e frazionate per poter rivendicare parità di trattamento. L’otto per mille, in realtà, è solo la punta dell’iceberg del clientelismo dello Stato italiano rispetto alla chiesa cattolica. C’è anche – e soprattutto – l’odiosa sperequazione che riguarda l’Ici : i luoghi di culto, come dovrebbe essere noto, sono esenti dal pagamento della tassa comunale. A Roma ci sono più chiese che ospedali e non bisogna essere fini matematici per capire quanto giovamento potrebbero averne le casse dell’amministrazione capitolina se solo questa esenzione (dovuta a cosa?) fosse stracciata. Stime “non di mercato” svolte dall’Anci, l’associazione dei comuni italiani, hanno valutato tra i 400 ai 700 milioni di Euro il mancato incasso per l'Ici delle amministrazioni locali italiane. L’inchiesta di La Repubblica , senza portare cifre rigorose, d’altra parte impossibili da reperire per via della totale omertà delle gerarchie vaticane a rendere noti i propri bilanci, ha comunque stabilito che la Chiesa cattolica costa ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale.

La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione (lo stabilisce il Concordato) altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. “A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa - scrive sempre Maltese - occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per aiuti di Stato”. A tutto questo infinito elenco della spesa andrebbero anche aggiunti i 500 milioni derivanti da esenzioni Irap, Ires e altre imposte, mentre in altri 600 milioni consiste l’ammontare dell'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Quattro miliardi all'anno, si diceva. Quante scuole, quanti ospedali, quanti servizi migliori si potrebbero fare con tutto questo denaro? “ La Chiesa cattolica – conclude Maltese - non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico”. Con quale ritorno per lo stato laico, ci chiediamo noi? E come li spendono, poi, tutti questi soldi se, di certo, i sacerdoti hanno meno bisogno di far di conto delle famiglie italiane? Su cinque euro versati dai contribuenti – si legge nel bilancio della Cei, ma vai poi a sapere - la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all'estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all'autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale, per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all'interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari. Senza contare l'altro paradosso: se al "voto" dell'otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro. Cita l’inchiesta di La Repubblica: “Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell'otto per mille "per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa” . Una delle testimonianze più pungenti del momento è quella rappresentata dal libro "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell'Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

Al capitolo "L'altra faccia dell'otto per mille", Beretta osserva: "Chi gestisce i danari dell'otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici". E continua: "Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?". "E infatti - conclude l'autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere...". Oggi la Chiesa è di gran lunga più ricca e potente dei palazzi della politica, governa con rigore i media e la politica medesima (anche quella laica) e le alte gerarchie vaticane godono di una visibilità mediatica seconda solo a quella dei leader parlamentari. “Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici - scrive Maltese - la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent'anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione”. Proprio come Berlusconi, anche la Chiesa di Ratzinger sembra oggi tarantolata dal culto mediatico secondo cui la visibilità sarebbe direttamente proporzionale al consenso popolare. Niente di evidentemente più sbagliato, niente di così politico e antireligioso per antonomasia. E qualcuno, non troppo tempo fa, aveva lanciato, inascoltato, l’allarme. “La Chiesa - riporta Maltese - sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”. Con gli occhi di oggi, la firma su questo testo lascia sgomenti: quel fine teologo era proprio lui, Sua Santità Joseph Ratzinger"

mercoledì 14 novembre 2007

UN MATRIMONIO



Divertimento scanzonato!
Partenza dal bagno di casa con una sorta di latente rincoglionimento addosso che mi impedisce di inquadrare bene lo specchio. Non che debba sistemarmi la capigliatura (…) ma almeno la barba...!
Terminate le faccende nella stanza con l'acqua corrente, rientro in una stanza dentro la quale son stato poche ore ultimamente. Apro l'armadio e tiro fuori l'abito elegante ormai stufo di dormire dentro ad una sacca trasparente appeso ad una gruccia. Boxer, camicia azzurra rigorosamente con gemelli, cravatta a tema e…e…calzino made in England, il tocco segreto!!
Esco e la luce del sole mi tramortisce! Un attimo fa nello stesso posto c'era una luna un po' mogia ma come sempre complice di notti brave.
Salgo sulla macchinina pulita a nuovo e scarico i cavalli come un asino verso la meta: la casa dello sposo! Arrivo. Occhiale viola. Saluto e miro dritto al gazebo dove il "barista" conte Max è pronto col Tocai in mano correttamente appannato sulla superficie verde scuro della bottiglia. Versa. Bevo. Sbam! Ci risiamo; ecco il sorrisetto compiacente e idiota che saluta una serata che sta tornando a galla come se non fosse mai finita. Centinaia di folletti burloni danzano nel mio stomaco e tra le mie orecchie dove qualcosa si sta chiedendo che cazzo sto facendo… Lentamente il giardino fiorito ed ordinato si riempie di amici e parenti del festeggiato. Un po’ come succede ai funerali solo che i pettegolezzi sono differenti…gli abiti meno.
Arrivano anche i compagni di bicchiere, scherzi e addii al celibato. Si avvicina l'ora di andare in chiesa. Il tempo si ferma nel luogo di culto perché più o meno tutti aspettano di sedersi a tavola. Non ci passa più! Due ore interminabili prima delle sciupe (divertenti stop and go nostrani in cui i novelli sposi devono superare "semplici" prove per meritarsi la successiva festa con amici e parenti). Alle 15 siamo a tavola e qui i festeggiati non hanno vita facile.
Ogni 15 minuti interrompiamo tutti con un bel "brindisi agli sposi, ai genitori, ai fratelli, ecc)
Viene sera e tutto prosegue con le danze, i giochi e i drink. Tutti o quasi reggono i ritmi sfrenati della festa.
All'una di notte chissà perché i proprietari del ristorante (che è anche un albergo con assonnati clienti…), ci chiedono gentilmente di andare fuori dai coglioni!!!
Eseguiamo e ci portiamo a valle dove continuiamo da dove avevamo lasciato (nel mio caso da un jack daniels).
Insomma, ringraziando il dio protettore degli alcolisti che tengono giù di brutto e che non rischiano la pelle in macchina, alle 5 riesco a tornare in quella stanza che stavolta non mollerò per molte e molte ore!
Grazie novelli sposini e auguri…se mai questi servissero a chi sa amare davvero.

Una delle "sciupe"

IL CADAVERE UTILE

Smuovere le coscienze di inebetiti esseri viventi con un cadavere? Mi sembra l'unica cosa utile prodotta dal proiettile di una calibro nove che ha ben pensato di infilarsi nel collo sbagliato.
Italia. Piccola e fragile nazione di senza palle e di incapaci. Centinaia di mollicci e appesantiti padri di famiglia, ben retribuiti ipocriti e puttanieri che sperano di decidere cosa fare di tutti noi… Come? Democrazia? Così la chiamate questa pagliacciata? Ma davvero nessuno ha il coraggio di sostenere virtuose prese di posizione? Il decadimento non ha fine.
"Un bravo, onesto e dolce ragazzo romano" (personalmente non so chi cazzo sia sto Gabriele Sandri!), dopo una notte in discoteca ad alimentare i sogni di cocainomani e impasticcati decide di evitare il sonno per proiettarsi in una rissa tra primati e bipedi implumi diretti verso un contenitore dove pseudo adulti si sarebbero dovuti infilare a dare calci ad un pallone…Una rissa che finisce col morto. Un'icona. Il motivo per dar sfogo a repressioni infantili possibili solo, e dico SOLO in una "nazione" fragile come la nostra patria. Gente che sostiene di appartenere all'estrema destra. Bestie inutili che osano camminare col braccio destro teso e il muso coperto. Vigliacchi immaturi. Teste rasate? Teste di cazzo! Magari fosse ancora in vita il loro idolo…almeno non sarebbero più in vita loro. Non ci sarebbero vecchi pagliacci su poltrone dorate a discutere di sicurezza. Non ci sarebbero proiettili vaganti. Non ci sarebbero funerali pomposi. Non ci sarebbero caserme assaltate, autovetture incendiate, negozi distrutti. Pensa al tifoso quando va dal suo assicuratore per farsi risarcire il danno e quello gli risponde che gli atti di terrorismo non vengono contemplati dalla polizza…Hi hi, buffo! Forza lazio. Forza roma. E mo che famo? Annamo a vede la maggica checce passa tuto!
Un funerale con qualche amico triste e migliaia di fancazzisti in cerca di telecamere e di un motivo per esistere. Citazioni tipo "non penso cosa proverei se fosse stato mio figlio…è come se fosse mio figlio!" andrebbero censurate. Come può una madre dire una stupidaggine simile? Ma cari pensatori, inutile dire che sono qui a sottolineare che così non va. Riusciamo ancora a pensare con la nostra testa? Siamo in mano a tifosi, partite di calcio e ultra? Alle tv? Ai politici da 10 legislature? A consunti senatori a vita? Come possiamo non dar ragione a certe esclamazioni di Grillo se questi sono i risultati!
Bene, ora l'italianucolo ha fatto il suo show davanti alla tv ingrassando le tasche di produttori e giornalisti ai quali il cadavere di uno sfigato trentenne (che invece di farsi i cazzi suoi ha ben pensato di andare in trasferta) ha reso milioni di euro. Adesso altri zombie mantenuti e dai capelli troppo corti, invece di essere messi dentro un inceneritore a produrre energia, vagano a caccia di tutori dell'ordine per sfogare istinti che solo in Italia si possono liberare. Speriamo ci si svegli prima o poi e fate una bella cosa, evitate i telegiornali e regalate vita ai vostri figli affinché non debbano trovare un senso tra le pagine di uno stupido quotidiano rosa.

lunedì 12 novembre 2007

AGENZIA TURISTICA WALSER...


I luoghi dei miei antenati sono oggi luoghi della memoria. Possiamo riviverli in modi diversi. Uno di questi è ripercorrerli come un tempo ovvero a piedi, evitando le "moderne" strade carrabili più adatte a rumorosi fuoristrada e a qualche trattore. Vi sono sentieri poco conosciuti, come quello che vi illustro in questo post, che incarnano ancora l'anima di chi ha permesso persino l'esistenza del sottoscritto. Passo dopo passo la fatica che ti entra è quella che da centinaia di anni accompagna donne, uomini e anziani col gerlo sulle spalle di ritorno dal "paese" a valle. L'antico sentiero walser che dal piccolo borgo di S.Rocco nel comune di Premia (VB) si arrampica con pendenze notevoli fino all'antico alpeggio di Salecchio inferiore (attualmente disabitato), è un gioiello di "viabilità" alpina! Di difficile individuazione dalla statale, è caratterizzato da scalinate ancora in perfetto stato di conservazione, muri di contenimento non ancora stanchi (nonostante i settecento anni di età) di sorreggere i terrazzamenti alle loro spalle, cascatelle rigogliose, piodate consumate dal passaggio di migliaia di scarponi e zoccoli…Un percorso ricco di storia e di dettagli tutti da scoprire. Il giro che consiglio sia a chi vuole fare una passeggiata che finirà per riempire una domenica lontano da caotici centri commerciali, sia ai runners che vogliono allenarsi su un percorso unico e completo, è l'anello Piedilago - Salecchio - Salecchio superiore - Casa Francoli - Alpe Vova - il Passo - Cadarese - Piedilago. Non so quanti chilometri siano ma il dislivello totale in salita è di circa 1100 metri dunque potete farvi un calcolo dei tempi in funzione del vostro allenamento. Vi sono notizie anche sul web (http://www.gulliver.it/2007/index.php?modulo=itinerari&template=dettaglio&id_gita=8089) ma difficilmente troverete qualcuno che compie l'itinerario passando dal sentiero di S.Rocco che inizia proprio alla fine del paese a destra di una grande roccia con una madonna dipinta sopra; questo perché il dislivello è maggiore e attualmente il sentiero in un punto è franato per cui viene sconsigliato (beh, se proprio non siete abituati ad allacciarvi gli scarponcini ogni tanto allora ve lo sconsiglio pure io…). Per chi corre, lo sviluppo in verticale è praticamente continuo sia in salita che in discesa; dopo qualche chilometro di piano si sale decisi (io che non ho un grande allenamento tenevo una media di 18/20 mt/min) per poi arrivare a Salecchio inferiore dove c'è un chilometro circa di piano poi un piccolo dislivello ancora (200 mt ca) fino a Salecchio superiore dove si inizia il falso piano che porta a Casa Francoli e Vova da dove parte la discesa (32 mt/min!!) sulla gippabile. I chilometri finali dal Passo all'arrivo si possono fare sia sulla statale che costeggiando il fiume su sterrato. Io ci ho messo in totale 3 ore e 5 minuti (comprese foto) correndo quasi sempre ad eccezione dei punti più ripidi dove ho adottato una camminata veloce, ma se siete dei fan di Poletti, andate a dormire presto la sera e controllate carboidrati e zuccheri credo possiate metterci molto meno (spero non troppo…sigh!).
Personalmente, in un giorno di sole come quello, non posso certo dire di aver fatto solo una corsa in montagna. Quel giorno sono stato dove non servono parole e dove ciò che sono è al di là dei miei respiri.


Una casa di Salecchio Superiore

Il percorso in salita


Una cappella abbandonata a metà percorso..


La chiesa di Salecchio Inferiore...



venerdì 2 novembre 2007

INTERVALLO PRE POST...

Un giorno, il giovane re Artù fu catturato ed imprigionato dal sovrano di un regno vicino. Mosso a compassione dalla gioia di vivere del giovane, piuttosto che ucciderlo, il sovrano gli offrì la liberta, a patto che rispondesse ad un quesito molto difficile: "Cosa vogliono veramente le donne?"Artù avrebbe avuto a disposizione un anno, trascorso il quale, nel caso in cui non avesse trovato una risposta, sarebbe stato ucciso. Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche il più saggio fra gli uomini esembrò al giovane Artù una sfida impossibile, tuttavia, avendo come unica alternativa la morte, Artù accettò la proposta, e fece ritorno al suo regno. Ivi giunto, iniziò a interrogare chiunque: la principessa, le prostitute, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte e via dicendo, manessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare una vecchia strega,poiché solo lei avrebbe potuto fornire la risposta, ma a caro prezzo, dato che la strega era famosa in tutto il regno per gli esorbitanti compensi che chiedeva per i suoi consulti. Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, così che Artù non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega, che accettò di rispondere alla domanda, solo a patto di ottenere la mano di Gawain, il piu nobile dei Cavalieri della Tavola Rotonda, nonchè migliore amico di Artù! Il giovane Artù provò orrore a quella prospettiva...la strega aveva una gobba ad uncino, era orrenda,aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni!Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante. Percio' si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo e condannare l'amico a sobbarcarsi un fardello simile! Gawain, venuto al corrente della proposta, volle parlare ad Artù dicendogli che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo re e la tavola rotonda, e che quindiavrebbe accettato di sposare la strega di buon grado. Il loro matrimonio fu pertanto proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda:"Ciò che una donna vuole veramente è essere padrona della propria vita". Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità e che sicuramente la vita di Artù sarebbe stata risparmiata. Infatti il sovrano del regno vicino risparmiò la vita ad Artù, e gli garantì piena libertà. Ma che matrimonio avrebbero avuto Gawain e la strega?Artù si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia, mentre Gawain si comportava come sempre, gentile e cortese. La strega al contrario esibì le peggiori maniere...mangiava con le mani, ruttava e petava, mettendo tutti a disagio. La prima notte di nozze era vicina, e Gawain si preparava a trascorrere una nottata orribile, ma alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto e... che razza di vista lo attendeva! Dinnanzi a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto! Gawain rimase allibito, e nonappena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese alla strega cosa le fosse accaduto. La strega rispose che era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarglisi nel suo altro aspetto, e che per la metà del temposarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima. A questo punto la strega chiese a Gawain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella assumesse di giorno, e quale di notte. Che scelta crudele! Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte? O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità? Voi cosa avreste fatto?
La scelta di Gawain è distante solo un paio di righe...ma non leggete, finchè non avrete fatto la vostra scelta!






Il nobile Gawain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli sorrise,e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perchè Gawain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!

(E' carina amica mia...l'ho girata qui perchè magari può servire a qualcuno...)

mercoledì 17 ottobre 2007

METTI UNA SERATA COSI'...

Esiste una questione prettamente temporale.
Mille post in testa che il tempo non permette di trasferire quassù.
Come quando vado a far la spesa, frugo nella mente cercando un ordine di qualche tipo per non scordar nulla. Cerco, tra mille emozioni, suoni, ricordi, passioni. Accade tutto talmente alla svelta che i sapori si confondono in bocca. Sinapsi neurali inspiegabili. Innumerevoli.
Una sera nel bel mezzo della settimana finisce per trasformarsi in un micro week end.
C'è lei e c'è la sua amica. Gli altri non si vedono. Ma quali altri? Gli altri siamo noi!
Signori e signore allacciatevi le cinture che si parte. Le uscite di sicurezza si trovano ai lati dell'apparecchio. In caso di perdita di press... ah, già, siamo su un auto. Niente hostess.
Va beh, il viaggio inizia comunque. La strada deserta ci scivola attorno come un enorme serpente nero. I Muse riempiono l'abitacolo...our time is running out... Non passa troppo tempo e d'improvviso lo scenario cambia. Luci, gente, auto, locali. E proprio uno di questi è la nostra meta. Un mucchio di gente fuori e l'unico posto auto in una viuzza imboscatissima e non troppo vicina.
Questa sera suona un gruppo rock piuttosto conosciuto in zona e questo spiega l'affollamento.
Entriamo e mi becco subito il cantante che non vedevo da parecchio.
"Hola! Come stai è una vita che non ci si vede...grazie per esser qui, stavamo giusto per iniziare!"
"Azz perfetto! Credevamo di essere in ritardo...allora good show e a dopo!"
Ci fiondiamo al bancone. "Due cuba e una rossa media grazie"
Io mi piazzo su di un vertiginoso sgabello e mi godo il palco senza corpi occlusivi. Loro si beccano per culo un tavolo appena liberatosi di fianco a noi.
Il volume della band è notevole.
Le ragazze parlano. Vedo le loro labbra muoversi avvicendandosi ad annuizioni e sguardi buttati qua e la.
L'atmosfera è strana. Incredibilmente piacevole.
Una tipa dal fisico atletico, capelli corti, rossi verticali, mega tatù che dalla schiena scendeva fin chissà dove, parte a far numeri con quello che presumibilmente sarà stato il "suo" uomo. Conquistano la scena per qualche istante (anche perchè sostare nel loro raggio d'azione risultava alquanto pericoloso) poi lasciano spazio ad altri improvvisati solisti.
Poco a poco la situazione si assesta.
Ogni tanto passa qualcuno che conosco e scambio 2 parole dal trespolo.
E' tutto così ovattato e semplice che un sorrisetto idiota mi si stampa in faccia senza chiedermi nulla!
Invitato al tavolo scendo dalla vetta e tutti insieme ci fiondiamo davanti al palchetto per il rush finale.
Marchino, il chitarrista, gioca coi suoi lunghi capelli castani facendoli roteare e lanciandoli in aria con colpi di frusta del capo. A tratti c'è un fermento inusuale per una sera infrasettimanale.
Finita la musica e i vari drink, salutiamo da bravi bambini e risbattiamo le chiappe sui sedili dell'auto.
Partiamo con le orecchie che fischiano leggermente e soliti Muse rimasti li ad aspettarci.
Ora il nero serpentone d'asfalto dorme sornione.
Buona notte.
Un bacio...

lunedì 8 ottobre 2007

THE BIG KAHUNA

Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewingum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lette- re d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

(...)

venerdì 28 settembre 2007

IL TEMPO E NOI

Lo so. Sto trascurando il blog.
Una serie di combinazioni sfortunate fra tempo e possibilità di un accesso al web hanno rallentato le pubblicazioni.
La foto sopra l'ho scattata pochi giorni fa. Mi son sentito "uscire" dal corpo di un bambino che tirava i sassi nell'acqua per essere proiettato dietro di lui, molti anni dopo, a riprendere me stesso in uno dei momenti più belli e spensierati dell'infanzia.
Una sensaziona strana ed estrema. In un istante ho sentito in me il tempo e la sua precarietà. Non esiste un tempo. Semmai esiste il nostro essere sempre in ogni tempo.
Con uno scatto ho sentito di essere in viaggio in qualcosa che non ha dimensione.
Un tramonto.
Un alba.
Un vecchio.
Un bambino.
Troppo spesso misuriamo la vita solo in funzione della nostra capacità di prenderne quanta più possibile. Quel giorno, un istante è divenuto la storia di un'esistenza in perenne mutazione.
Tredici anni o poche settimane. Tredici anni o un giorno.
La vita e le persone spesso sanno crudelmente insegnarci quanto inutile sia vedere in termini di quantità le cose.
Prima il click dell'otturatore...
Poco dopo lo splash del sasso nell'acqua...
Ora il silenzio armonico di mille cerchi concentrici che si propagano come il più semplice e meraviglioso degli spettacoli messi in scena dalla natura.
Godete in silenzio amici miei, è tutto davanti a voi.

lunedì 17 settembre 2007

IL TEMPO STA FINENDO...



I think I'm drowning
Asphyxiated
I wanna break this spell
That you've created
You're something beautiful
A contradiction
I wanna play the game
I want the friction
You will be the death of me
You will be the death of me
Bury it
I won't let you bury it
I won't let you smother it
I won't let you murder it
Our time is running out
Our time is running out
You can't push it underground
You can't stop it screaming out
I wanted freedom
Bound and restricted
I tried to give you up
But I'm addicted
Now that you know
I'm trapped
Since ovulation
You'd never dream of
Breaking this fixation
You will squeeze the life out of me
Bury it
I won't let you bury it
I won't let you smother it
I won't let you murder it
And our time is running out
And our time is running out
You can't push it underground
You can't stop it screaming out
Has it come to this?
ooooohh

MUSE - Absolution 2003

venerdì 14 settembre 2007

STONE PASSION...


Quella luna stanotte cerca riparo tra le poche nuvole che disegnano strane forme in negativo. Lo stesso gioco che si fa sdraiati in un prato quando si cerca di attribuire forme note a quei bianchi accumuli vaporosi, ma al contrario! La forma è data dagli spazi lasciati nella notte tra una nuvola e l'altra…divertentissimo!
E' settembre ma la temperatura è gradevolissima anche a queste latitudini, anche su questo millenario tempio di pietra…
I Muse…Time is Running Out…e una luce pallida sulla pelle, sulle piante disegnate contro cielo, ovunque! Grilli inconsapevoli proseguono costanti il loro concerto estivo e strizzano l'occhio alla complicità degli umani accanto a loro.
Una villa degna di un re. Niente pareti, niente confini e l'universo come soffitto.
Re e regina di un mondo fatto di noi, per quel che di noi ci è dato conoscere.
In fondo tutti abbiamo questo regno dentro. Il problema grosso è che spesso non sappiamo trovarlo, ma è sempre li, un centimetro dietro la nostra testa, un centimetro dietro in nostro petto, nel calore di una pelle profumata e delicata, nel piacere di un istante d'Amore, nel senso del tutto, in un fiore, in un soffio…Spesso siamo proprio noi a non sapere "dove siamo"…

lunedì 10 settembre 2007

V-DAY

Sabato il "Vaffanculo day" organizzato dalla compagnia del "Grillo". Un successo meritato. Una firma che in realtà purtroppo dimostra una sconfitta. La nostra. Siamo arrivati al punto di doverci far sentire per far rispettare la legalità ai rappresentanti della stessa. Cari politici, ladri, condannati, truffatori...un semplice e meritato VAFFANCULO!

"(...) Il pesce puzza dalla testa e c’è un odore di fogna in giro da non resistere. Viviamo con il naso turato. Voglio ritornare a sentire l’odore della vita. Bisogna sturare i tombini. Aria pura, acqua pura. Nelle nostre vite e nella vita pubblica.Piazza Maggiore è strapiena: 100.000, 150.000 persone? 220 città italiane e 20 città nel mondo sono collegate con noi. E’ la prima volta che succede. E’ la forza della Rete, dell’informazione libera. E’ la nostra Woodstock della legalità. Ameno 300.000 persone hanno firmato oggi per un nuovo Rinascimento. Per una legge di iniziativa popolare, per dare dignità al Parlamento, in tre punti:- no ai condannati in Parlamento- no ai politici di professione, due legislature e poi tornino al loro lavoro- si alla preferenza diretta.Le firme necessarie le abbiamo ottenute in una mattina. La gente ha fatto la fila per ore contenta per poter firmare. Porterò questa proposta di legge in Parlamento, la leggerò e vedremo tutti in faccia chi si opporrà.Questo è un Paese di sudditi, ma costituzionali. Possiamo solo votare le persone scelte dai partiti e qualche volta dire no a una legge con il referendum. Non esiste un referendum propositivo. Ma i partiti se ne fregano anche dell’esito dei referendum. Per fare la legge elettorale nel 2005 il centrodestra ha buttato nel cesso il risultato del referendum del 1992.Nel medioevo avevamo più diritti di oggi. Per questo ci vuole un nuovo Rinascimento. La vita è nelle vostre mani. La politica deve creare felicità, voglia di futuro, bellezza.Voglia di lavoro, di creatività, di famiglia. (...)"

Continua su www.beppegrillo.it

mercoledì 5 settembre 2007

NEL VENTO

Che fare al posto del solito aperitivo? Prendiamo i cavalli e voliamo tra i boschi come antichi guerrieri per una botta di adrenalina!
Speed e Cecca sono libere nel prato e non hanno molta voglia di farsi prendere questa sera!!
Alla fine riusciamo ad imbrigliarle e scopriamo la loro voglia di scatenarsi!
Le selliamo, apriamo il recinto, due colpi laterali dalle staffe coi Durango, accompagnati da un sonoro "aahh aahh aahh!!" e lo scatto è davvero animale! Il fruscio del vento e il ritmico battere degli zoccoli mi aprono il torace come fossi bombardato di chimica in mezzo ad un rave!
Dopo una mezz'oretta riesco persino a fare una foto in corsa!
Non so se avete mai lanciato un quarter horse con il garrese a 165 cm al galoppo in mezzo alle piante...beh, vi garantisco che è meglio di un giro sulle montagne russe! Una figata assurda!
Saliamo per dei ripidi sentieri ed arriviamo ad un alpeggio dove regaliamo meritato riposo alle nostre amiche. Sudate ma felici si mettono a rotolare nel prato come due cagnolini...
A presto cavalline e grazie delle rinnovate emozioni!!
E grazie Bosi... ;-)

ARRIVEDERCI DOTTORE

Ieri è andato avanti il dott. Cosentino.
E' stato il medico del paese di Baceno per decenni.
Un uomo arrivato dal sud, dalla Sicilia, e che si è innamorato delle nostre zone al punto da scegliere per una vita...e per una morte.
Visita a casa della famiglia alle ore 20:30.
Una casa in cui abitavano da poco e frutto dei sacrifici di una vita.
Molta gente.
Quello che ho visto nella bara non era il mio Dottore.
Era un cadavere rinsecchito, consumato dal cancro ai polmoni. Milioni di sigarette si sono portati via il medico all'età di 72 anni. Il medico...
Nel patio esterno alla sala adibita a camera mortuaria, le giovani nipoti di Giovanni (così si chiamava) rattristate, stavano vicine alla vedova, tutte incredibilmente con una sigaretta in bocca. Una sigaretta. Il vero killer dello zio, del marito, dell'amico, stretto fra le labbra come il più caro degli amanti.
Caro dottore, nemmeno la vista di quell'orribile carcassa che ci hai lasciato serve da monito alle persone che ti sono ora vicine.
Tra i Campi Flegrei ti ricordèrò sempre con il Tuo fare gentile e rilassante e quel che dovremo fare lo faremo..."...dovete bèccareeee".
Arrivederci caro Dottore.

QUATTRO PASSI IN PARADISO

Certo che dopo una cenetta a base di affettati nostrani misti, tortelli ricotta e spinaci al burro d'alpe, svizzera al tomino fuso e contorno di piselli e salsiccia, il tutto bagnato da una bottiglia a testa di nero d'avola, svegliarsi alle 5:30 per una camminata non è proprio entusiasmante!
Comunque usciamo dalla baita che è ancora semi buio.
Ci aspettano circa 2000 metri di dislivello per arrivare in vetta ed altrettanti per tornare da dove siamo partiti...Stica!
All'inizio siamo io e Jack ma abbiamo appuntamento con altri 4 amici in un punto preciso alle 6:30. Infatti, quasi puntuali ci troviamo al punto prestabilito.
Iniziamo la salita che si fa subito ripida. Dopo una mezz'oretta mio fratello è costretto ad abbandonare per riaccompagnare nostro cugino a valle a causa di uno "strano" problema alle ginocchia. Rimaniamo in quattro.






Partiamo con passo deciso e in breve ci troviamo già a quote interessanti accarezzati da un dolce sole mattutino. La temperatura è intorno allo zero ma non avvertiamo freddo nonostante indossiamo solo una canottiera in microfibra.

Il panorama si fa sempre più emozionante. Siamo sopra la foschia che invade il mondo sottostante ed in qualche modo ci sentiamo parte di un elite...in fondo sentiamo e vediamo quasi tutto dall'alto!

L'arrivo in vetta alle ore 10:20 dopo 3 ore e 40 minuti di "passeggiata", col fatidico abbraccio tra di noi, è indescrivibile. Io ho gli occhi lucidi per l'emozione. Non capita quasi mai ma col "Cerva" ho un rapporto particolare, personalissimo, intimo...Una sorta di amore incestuoso dato che mi sento un po' suo.. Quassù, a soli 3211 metri sul livello del mare sembra di essere in cima al mondo. Oltre ogni cosa. Quassù non vi sono i problemi della frenesia urbana che sta consumando l'umanità. Qui è tutto come migliaia di anni fa. Tutto è così e tutto così rimarrà. E nessuna arroganza, e nessuna pretesa potrà mai cambiare questo stato di cose perchè se provi a sentirti superiore quassù, semplicemente, muori.

Dopo un bel brindisi alla vita, un sonnellino e qualche carezza a quella roccia, iniziamo la discesa. Qualcuno prova anche a farla a nuoto!!!
Qualcun altro appende anche le crocs al palo per una sorta di commemorazione alla comodità (mah...!?)
Arriviamo a valle a metà pomeriggio e ci fiondiamo, soddisfatti e carichi di vita, in una festa campestre organizzata dai pastori che hanno "scaricato l'alpe" ovvero che hanno portato le vacche in basso per la stagione invernale.
Termina così un giorno semplicemente unico.
Grazie amici miei.
Grazie Cervandone.

giovedì 30 agosto 2007

LENTAMENTE...



Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.


Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.


Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.


Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.


Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.


Pablo Neruda


( Progettualità incondizionata? Infondo, forse, solo reazioni chimiche...)

mercoledì 29 agosto 2007

QUINDICI OTTO ZERO SETTE


Una settimana a quota 1800 che finisce fra le note dei Planetanon, un gruppo marchigiano dalle notevoli potenzialità ( http://www.planetanon.com/ ) col cui leader ho avuto modo di condividere le ultime bottiglie di Morellino di Scansano della domenica pomeriggio. Grazie Cristiano, sei una persona degna di nota!

LUNEDÌ

Sbrigate le ultime faccende nella little town, carico la macchinina e mi fiondo in quel del Devero per le operazioni di montaggio della struttura che servirà per le feste di ferragosto e giorni limitrofi. Il grosso del lavoro è svolto dal locale Gruppo Alpini in collaborazione con noi di Banda Musicale e Pro Loco. Ogni anno mi stupisco di come vi sia una sorta di organizzazione non scritta di ogni movimento, passo e azione compiuto da ogni singola persona. Un'operatività degna di un formicaio. Alla mattina quello che si presenta davanti a noi è un prato vuoto. Alla sera ci si trova di fronte a due capannoni con bar, tavoli, banco distribuzione alimenti, capanni per gli attrezzi, impianto idrico ed elettrico, zona coperta per la preparazione della griglia, toilette…Un miracolo di progettualità empirica dai risultati sbalorditivi, ancor più se si pensa poi che tutto questo avviene grazie a volontari senza la benché minima retribuzione anzi, c'è chi come nel caso del sottoscritto ci mette pure le proprie ferie…
Alla sera, io e il mio solito compagno di avventure, ci avviamo alla casetta crampiolese che dista circa 30 minuti di cammino dalla zona dei festeggiamenti, per la cena e la prima notte del "soggiorno". Serata relativamente tranquilla…partono solo tre bottigliette a cena, quattro bicchieri di bianco per aperitivo e i vari corroboranti pre-letto!

MARTEDÌ

Sveglia alle sette e mezza. Colazione leggera da Mario. Arrivo a Devero per l'ultimazione dei preparativi alle otto e trenta circa. Viaggio in pick-up a valle per un carico di materiale mancante e rientro per la mitica carbonara del gruppo lavorativo. Tra gli alpini a pranzo acqua non se ne vede e dopo il classico rovinato come aperitivo, ci si tuffa in caraffe di barbera! Olè, col sole del pomeriggio son già in aria. La soddisfazione di avere tutto pronto e di aspettare solo l'inizio dei festeggiamenti con la serata in musica, rende tutto più gradevole.. Alle 20 apriamo il bar mentre in una sala predisposta si prepara un coro alpino per un concerto che avrà inizio un'ora dopo. Durante l'esibizione del coro il sottoscritto rimane dietro il bancone per servire da bere a se stesso e a tutti quelli che continuano ad affluire per la serata danzante. Alle 22 infatti il DJ Tanza (www.bytanza.com) attacca con il primo brano, completamente illuminato dalle luci colorate che abbiamo predisposto per l'occasione e circondato da una piccola folla di aficionado. Il livello alcolico generale è già notevole anche per combattere la temperatura che a quell'ora, a 1600 mt di quota, non è proprio delle più alte… In un'ora scarsa il capannone è pieno di gente che salta ritmata da un mix di commerciale e revival italiano. Due ore: il delirio. Alle 2 in punto, con 1 ora di ritardo sul permesso comunale siamo costretti a far terminare la musica. Odio generale di chi (quasi tutti) totalmente in botta sarebbe andato avanti fino alle sette del mattino a saltare come un canguro! Salta fuori una chitarra e la festa, anche se molto più soft, va avanti ancora per qualche ora. Io instauro dialoghi a destra e a manca conoscendo persone di cui so bene che non ricorderò il volto il giorno dopo ma solo ciò che ha rappresentato il senso della conversazione. Alle 5 finalmente sono nel letto in quel di Crampiolo. Puff puff, pant pant…

MERCOLEDÌ

Drammatica sequenza di note dal telefonino alle 8:00: è di nuovo ora di alzarsi! Posticipo per mezz'ora poi doccia fredda e un litro di caffè saranno i cavalieri del mio risveglio. Partiamo subito verso il nostro ferragosto da "baristi del volontariato". C'è un sole splendido e questo significa una cosa sola in luoghi come il Devero: un puttanaio assurdo di gente! Alle 11:00 la coda per il pranzo è già infinita. Costine alla brace, polli, polenta, salamelle, formaggi locali.., un festival di nostranità che si diffonde coi suoi profumi per centinaia di metri. Gli altoparlanti regalano l'allegra musica degli alpini e il vociare di sottofondo diventa parte integrante di quello spaccato di vita vera, naturale, semplice. E noi al bar, che volete che facessimo? Efficienza pura. Gag esilaranti. Invenzioni etiliche. E birra…tanta birra!!! Il pomeriggio vola sereno e allegrissimo. In un baleno smaltiamo le varie code di affamati turistas e ci lanciamo nel tiro alla fune dove come gruppo bandistico vinciamo contro i vari sfidanti stranieri e indigeni. Grandissimi!
Ci prepariamo per la sera. Dopo le proiezioni di alcuni bellissimi filmati di inizio '900 sulla costruzione delle dighe nel VCO, ci aspettano i Pentagrami, noto gruppo locale che suona un genere rock folk ( www.pentagrami.it), e che alle 22 o'clock parte coi virtuosismi del bravo violinista regalando un bellissimo inizio delle danze. Inizialmente il numeroso pubblico si mostrava più spettatore che protagonista, al ché siamo intervenuti noi dello staff a conquistare la pista da ballo, forti dei numerosi cocktail Napoleon (modesta invenzione del sottoscritto…) ingeriti…na bomba nucleare! Nonostante la temperatura, lassù ci sembrava di essere a Formentera!! Dopo un attimo eravamo circondati da gente che non aspettava altro che qualcuno partisse per non sentirsi imbarazzato ad essere un solitario al centro dell'attenzione. La musica anche questa sera è andata avanti fino alle 2. Distrutti finiamo a letto alle quattro. Personalmente passo l'ultima mezz'ora con alcuni ragazzi di non ricordo dove. Simpatici e piacevoli fino a quando, proprio alla fine, una tipa mica mi salta fuori con una frase tipo "…come quell'assassino che ha ucciso il povero giuliani a Genova sparandogli". Al che, offrendo la mia opinione sullo spreco del proiettile che mi auguravo fosse stato accreditato ai famigliari, e sulla massima " …e mah sai, quando l'uomo con l'estintore incontra l'uomo con la pistola, l'uomo con l'estintore è un uomo morto" (purtroppo non è mia…) si è scatenata una certa polemica. Ovviamente la mia era una provocazione…perfettamente colta! E comunque il proiettile di una Beretta SB92 costa 82 centesimi dunque non vedo dove sta la polemica…

GIOVEDÌ

Il giorno della mitica gara Baceno-Devero-Crampiolo! Finalmente si dorme un po'…eh si, magari!! Alle 7:30 giù dalle brande e di nuovo a Devero dove mi devo occupare del posto di ristoro corridori e controllo passaggi. Montiamo gazebo, tavoli con tea, limoni, zuccherini e radio alla mano aspetto gli atleti. Una gara impegnativa di 16 km per un dislivello di 1200 mt (il record è ancora detenuto da un corridore locale che la fece in circa 56 minuti!). Piove a dirotto e fa freddo. Non avete idea di cosa è stato uscire dal calduccio delle coperte dopo poche ore di sonno. La cosa imbarazzante poi è che mezza Italia era nell'afa tra incendi e smog.
A mezzogiorno smontiamo tutto e passo alla postazione bar. Dato il tempo e il giorno feriale, la gente è decisamente meno del giorno precedente ma tra i 261 concorrenti e il loro seguito abbiamo comunque il nostro da fare. Alla sera abbiamo già smontato parte delle strutture sotto i capannoni. Rimaniamo in un piccolo gruppo dell'organizzazione a cenare. Una stupenda pasta del improvvisato chef Ivano e i soliti bottiglioni di Barbera. Cala la sera e rimaniamo io e Jack a chiudere ufficialmente i festeggiamenti. All'arrivo di un gruppo di amici diretti a valle, attacchiamo la musica dei nostri lettori Mp3 e beviamo un altro intruglio di mia invenzione: il tricolore. Sono gli ultimi scampoli di una festa che si spegne con l'infuocarsi di un tramonto post temporale da pelle d'oca. Poco distante vengo invitato da due amici ad osservare un branco di camosci che pascolano sereni accanto ad alcune rocce non molto distanti da noi. Un quadro vagamente malinconico dove il senso del tempo non è minimamente contemplato. Mi allontano quanto basta da tutto e da tutti. Intorno a me un silenzio irreale. Il soffio di un vento fresco e sicuro di se mi corre sul viso ed agita le fronde dei larici tutt'intorno. Una luna enorme e sorniona domina sopra la mia testa. Chiudo gli occhi e mi abbandono alle sensazioni. In un istante sono di nuovo parte di quel tutto. Non ho più confini fisici e così, rieccovi tutti li con me. In quel vento. In quel silenzio.

VENERDÌ

Per la prima sera siamo riusciti a coricarci prima delle 2 e a svegliarci alle 9. Il record settimanale! Scendiamo comunque a Devero per ultimare lo smontaggio delle strutture. La macchina operativa degli alpini si rimette all'opera. In poche ore su quel prato non rimane più nemmeno la carta di una caramella. Stupefacente! Qualche volta filmo il tutto e lo velocizzo davvero così posso mostrarvi cosa intendo per darvene una vaga idea...a costo di ripetermi vi assicuro che il tutto è sbalorditivo!
Finalmente è la sera della nostra cena. Ristorante La Baita. Ore 21…dopo numerosi aperitivi siamo finalmente a tavola. Cinque commensali, quattro uomini e una donna. Come da copione finiamo con numerose grappe e decidiamo di fare una scappata ad una festa a valle dove suonano diversi gruppi metal. Camminiamo la solita mezz'ora per arrivare al parcheggio. È l'una e mezza. Arriviamo a valle alle 2 passate. Il caos. Trovo anche lei. Siamo entrambi in aria e quando si vola…si finisce per atterrare dove la gente non balla. Alle 4 passate assalto alla panetteria del paese. Entriamo nei locali di preparazione del pane come dei virus…saremo stati una quindicina se non di più la dentro. Ne usciamo con pane caldo e focacce che in tre nano secondi abbiamo infilato nello stomaco per asciugare l'asciugabile!! Verso le 5 ripartiamo in 6 sull'unica auto disponibile per il rientro fra i monti. Dopo un attacco della nostra unica donna "…ma bagnale quelle troie!!.." (n.c.) facciamo una prova speciale col "nonno" attaccato al cambio sequenziale con tanto di guantini da rallysta!! Un delirio di curve a manetta che miete una vittima. Niente travelgum ma due belle dita in gola! Hi hi…
I primi uccellini li saluto chiudendo l'antone della camera per lasciare fuori un'alba che si preannunciava divina. Buona notte sconosciuta compagnia…Buona notte.

SABATO

Un tranquillo sabato del villaggio da quiete dopo la tempesta. Relax assoluto. Passeggio tra ignari turistas dai look improponibili. Un calice in mano e un sorrisetto stampato in volto. Aleggio per le stradine come un'entità a se stante. Forse non tocco nemmeno il suolo e non muovo gli arti inferiori. Ritorno tra gli abitanti del pianeta dopo pranzo. Prendo un cavallo, lo sello e me ne vado per i prati a galoppare totalmente dissociato. Un pomeriggio così, degno di un giorno così…
Cala la sera e i demoni riprendono possesso dei nostri corpi. Si cena a casa ma il problema che abbiamo più vino noi del sig. Gaja…Usciamo alle 23 e andiamo a fare un gemellaggio al ristorante bar dove abbiamo cenato la sera prima. Tentativo poco riuscito. Cerchiamo di succedere agli anziani che si scateno in un'improvvisata sala da ballo mettendo musica moderna. Ci cacciano con scuse al di là del futile. Intervengono anche giovani turistas abformi dicendo la loro. Evitiamo la guerra sia perché siamo gente pacifica, sia perché non si sarebbe trattato di guerra ma di strage di inutili forme di vita. Continuiamo la notte trasferendoci al lago delle Streghe. Sono le ore…boh!? La luna e il contesto ci proiettano di nuovo attraverso quella porta spazio temporale che conoscono in pochi (fortunatamente!). Un viaggio infinito. Non posso aggiungere altro. Davvero. Non posso.

DOMENICA

Sveglia alle 10…wow! Pranzo dello chef Silvana che realizza uno stupendo risotto ai mirtilli appena colti seguito da un arrosto di vitello da latte nostrano. Per spiegare a chi ha sempre comprato carne al supermercato, la differenza tra quella d'allevamento e quella di un animale cresciuto al pascolo, e come far l'amore con una bambola gonfiabile o con la più calda delle amanti. Spero di aver reso l'idea.
A pranzo c'è anche Cristiano come detto all'inizio. Scenderà storto ma felice come pochi ne ho visti…
Pomeriggio di nuovo a cavallo e alle 18 lo zaino è di nuovo sulle spalle. Questa volta per un definitivo rientro alle "normali" attività lavorative del lunedì. Anche se proprio quella sera uno strano destino…

A presto amico mio. A presto caro Cerva… E grazie di tutto vita mia.

venerdì 24 agosto 2007

EYES WIDE SHUT


Domenica sera sulle reti Mediaset (canale 5 mi pare) danno l'ultimo film del compianto Kubrick.
Consiglio di vederlo a chi ama esplorare il mistero, a chi osa spingersi oltre le verità più nascoste consapevole del rischio che questo atto può comportare.
Affrontare i nostri desideri anche più perversi per lasciarci alle spalle una natura fatta di privazioni all'insegna di una morale pseudo cristiana.
Siete certi di non indossare una maschera davanti al vostro specchio? In mezzo alla gente? Nel bel mezzo di una cerimonia? Magari il vostro matrimonio?
Quella maschera forse ve l'hanno ficcata in faccia in tutti questi anni di bugie e raccomandazioni. Raccomandazioni atte a tramandare sensi di colpa e sentenze da parte di chi una vita VERA non è mai stato capace di viverla...
No. Non serve passare i giorni dietro una maschera per una misera ricompensa.
Eyes wide shut... è ora di aprirli!
Un tempo una persona cara chiese di me. Non seppi risponderle. Ora non c'è più.
Ho cantato per te davanti al fuoco.
In quel fuoco è bruciata la mia maschera.
Ciò che sono ora è l'eterna promessa che feci nel vento e che rimarrà per sempre intorno a noi.

mercoledì 22 agosto 2007

ASPETTANDO IL POST DI FERRAGOSTO

...E poi mi parli di una vita insieme

E poi mi parli di una vita insieme
di una casa di bambini
del nostro amore
e di me che vado a lavorare

Ma che ne sai tu di un mondo
che si può vivere soltanto
se stai attento
a dove metti i piedi
e ogni volta che usciamo
mi dici che tuo padre
vuole sapere
che cosa intendo fare

Ma che ne sa lui di fare
se tutta la vita
non ha fatto altro
che stare a guardare

Io vorrei che tu
che tu avessi qualcosa da dire
che parlassi...di più
che provassi una volta a reagire
ribellandoti a quell'eterno incanto
per vederti lottare
contro chi ti vuole
così innocente e banale donna
donna sempre uguale donna
donna per non capire donna
donna per uscire donna da sposare

No senti stammi a sentire un pò
non è te che detesto in fondo sai
la colpa non è tua la verità è che al mondo
tu servi così!

Parole e musica: Vasco Rossi

lunedì 13 agosto 2007

QUALCHE GIORNO DI VACANZA..



Una settimana..indovinate dove? La mia amica comodamente sdraiata come una grande regina può essere un indizio...
A proposito, la notte di San Lorenzo ha lasciato nella memoria del sottoscritto una dolcezza infinita poichè lassù eravamo diversi, uniti, sotto un parato di stelle...la luna imbiancherà gocce che rigano il viso...e quando ti attacchi su scivoli via... (da Mina..La Notte)
A presto dolce e gentile reginetta delle stelle cadenti...

martedì 7 agosto 2007

IL SOLE, LE STELLE E LA DANZA DELLE STREGHE…

E' un'indiscutibile fortuna quella di aver a portata di mano luoghi paradisiaci. Ancor meglio saperli e poterli apprezzare. Questo fine settimana partiamo in tre: io, mio cugino e lei. Destinazione un piccolo bivacco a 2800 mt.
Parto nel primo pomeriggio dopo l'irrinunciabile pranzo del sabato nel solito ristorante a due passi dal lavoro. Raggiungo i miei compagni di viaggio e insieme ci infiliamo in un grande magazzino per fare provviste. Ne usciamo tremendamente carichi! Per la cena del sabato e il pranzo della domenica, essendo ben in tre, riusciamo a comperare: griglia usa e getta, 3 confezioni da quattro etti l'una di lasagne da scaldare a bagnomaria, 6 salamelle, mezzo chilo di costine, salsiccia, filetto tagliato a fette spesse, pomodori in quantità, pane, torta al cioccolato, cioccolato, salamini per l'aperitivo, formaggio e vino…Si, vino: 2 bottiglie di Cabernet delle Venezie, 2 bottiglie di Morellino di Scansano, 2 bottiglie di Nebbiolo, una di Muller e una di Passito di Pantelleria! Eh si, come se non bastasse purtroppo dove andiamo non c'è acqua dunque negli zaini finiscono anche 3 litri di quel liquido insapore. Ovviamente alla donzella abbiamo alleggerito lo zaino ma vi assicuro che il sottoscritto e suo cugino si son caricati in spalla l'infinito! Mi sentivo come quel tizio che si è fatto a piedi un certo monte Calvario…solo che nel suo caso il dislivello era 5 volte di meno!!! Si ok, quello là aveva anche una corona di spine e non aveva di certo mangiato nel miglior ristorante di Nazaret nelle ultime settimane ma non saprei dire con certezza a chi è andata meglio…!!
Per fortuna il primi settecento metri di dislivello si fanno in seggiovia ma ne restano poi quasi 900 per uno sviluppo di svariati chilometri.



Finalmente gli scarponi toccano i prati dell'alta val Divedro dopo la tipica corsetta per non prendere la seggiovia sul coppino!
Zaini in spalla. Statura calata di 3 cm. Maledetta forza di gravità, la prossima escursione la faccio sulla luna.
Io parto deciso e lascio i due al loro passo cadenzato dalla siculina potente ;-)
E' una giornata stupenda. Sono le 17 e il sole quassù è ancora altissimo. Nemmeno una nuvola a perdita d'occhio e totale assenza di vento. Un sogno! Il percorso per il monte Cistella è veramente favoloso. Si inizia percorrendo un ampio vallone ripido e sofficemente ricoperto d'erba verdissima.

In breve si raggiungono i 2300 metri dove il primo scollinamento regala agli occhi un quadro d'autore fatto di natura millenaria e cieli senza confini. Quassù una leggera brezza da un po' di sollievo e mi rinfresca quel termosifone che collega braccia e gambe dentro il quale c'è un affare che fa tump tump tutututmp..


Sempre più in alto fra rocce e piccole chiazze di neve sorniona, arrivo all'inizio della pianura che attacca la cima.

Vedo in fondo (cerchiato di rosso nella foto) la nostra residenza del week-end. Sono emozionato come la prima volta. Mi guardo indietro e vedo gli altri ancora lontani dunque decido di andare avanti a fare da comitato di accoglienza.

Alle 19:20, dopo 2 ore e 20, tolgo lo zaino davanti alla porta d'ingresso del Rifugio Leoni.
Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Cazzo che bello!!! D I V I N O!!


Mi ha sempre stupito la sensazione di leggerezza che si prova quando ti togli dalle spalle un sacco di chili che stavano li da più di due ore; sembra letteralmente di volare!
Passano venti minuti e sbucano anche i miei compagni d'avventura. Grande siculina! Che impresa! Grande cugino, ci siamo! Incredibilmente non c'è nessuno ed è per questo luogo in agosto una cosa più unica che rara.


In brevissimo tempo ci siamo lavati con una montagna di salviette ed abbiamo acceso la griglia.
Le immagini che allego danno una vaga idea di quello che era sabato scorso quel luogo. Potessi tirarvi fuori quello che ho nell'anima verseremmo le stesse incontenibili lacrime di gioia che un esperienza di quel tipo provoca. Un palo mi sorregge mentre medito verso l'infinito…

Seguono aperitivo, cena, riflessioni, suoni, sapori…Nel frattempo il cielo diventa una coperta magica che ci avvolge da ogni parte. Da quassù le stelle sembrano a pochi metri. Ti parlano, ti guardano curiose, sussurrano canzoni dolci.

Alle due di notte partiamo per la vetta vera e propria che si trova un centinaio di metri più in alto.
Siamo decisamente alterati ma inarrestabili. Passate le ultime rocce con le pile frontali ad illuminare i passaggi più ostici, sbuchiamo sulla cresta del Cistella. C'è una croce di ferro alta tre metri circa a segnare la cima. Mi ci arrampico sopra e mi siedo sul traverso destro.
Eravate tutti li con me sapete? In quel momento, lassù, c'era qualcosa di molto più forte di una fragile vita umana. Al di là dello spazio e del tempo. Stelle sopra e sotto di me. Cime tutt'intorno a 360 gradi illuminate dalla luna. Le luci lontane di caotiche città a quell'ora quiete. Persino quelle di Milano vedo laggiù. Il cuore non batte più; è diventato parte di quel tutto. Due gocce mi rigano il viso e in me esplode l'Amore più grande e più puro che un uomo possa regalare.
Una notte dal valore inestimabile. Una notte che ci siamo guadagnati col sudore ma che ripeto, vale gli sforzi di una vita.
Stiamo un'ora o forse due lassù. Ci abbracciamo e lasciamo un po' d'anima a danzare con le streghe in cima al mondo, mentre noi con molta attenzione scendiamo il quella che ormai vediamo come casa nostra.
Dopo poche ore è giorno e alle 7:15 di una domenica immensamente illuminata dal sole mi alzo e torno in vetta sulla mia croce! Lascio i miei amici immersi in un sonno profondo e mi regalo quei primi stralci di un nuovo giorno fatto di emozione pura.
Verso le 10 vedo i primi escursionisti avvicinarsi al Leoni. Scendo e facciamo colazione.

Il resto della giornata ci vedrà come i "padroni di casa" che accolgono una dopo l'altra un sacco di persone che data la giornata han giustamente deciso di salire al Cistella. Verso le 13 saremo stati un centinaio lassù. Alle 17 siam rimasti in6…Proseguiamo con i nuovi conoscenti la serata dopo essere tonati a valle. (Barbara, hai dovuto volare o ti han lasciata in Italia? Ma soprattutto, sei ancora convinta del "maestro"? ;-)). Zaira e Alberto vi aspetto dunque…
La montagna sa unire con semplicità.
Vi lascio con le parole di immagini che per motivi tecnici devo pubblicare a bassa risoluzione e altre ne arriveranno.
Grazie ancora amici miei.
Grazie Cistella.
Together we stand…divided we fall.

martedì 31 luglio 2007

PARADOSSO DEL WEEK-END

Sentendo una persona che chiedeva una cosa ad un'altra mi è scattata questa elucubrazione mentale:

"POSSO FARLE UNA DOMANDA?"

Ma questo è un palese paradosso. Pensateci...

L'INCONSAPEVOLE LEGGEREZZA DEL BLOG Vs DEVERO

Finalmente in alta quota. Questa volta una salita fra i silenzi di un ambiente austero e raramente frequentato. Un luogo non molto lontano da mete più blasonate, ma alquanto diverso. Una signora difficile questa montagna. Non ti regala facili sorrisi accondiscenti. Pretende viceversa una continua danza fra un sasso e l'altro per poter giungere a sussurrale all'orecchio "vetta!". Pietre a volte stabili a volte traballanti alternate da piccoli e ripidi tratti erbosi. Un ballo da folletti che mette a dura prova le articolazioni e richiede molta concentrazione. Alla fine però siamo in cima e pur sapendo che il percorso non è che a metà, (contrariamente a quanto purtroppo credono molti giungendo in vetta) l'emozione trasmessa dagli occhi fa svanire per un istante ogni fatica e lascia spazio a quell'unione col tutto che ti fa sentire li da sempre e per sempre.
Dallo zaino salta fuori la tradizionale bottiglia di rosso ed il brindisi è fatto! Fantastico!
Ripartiamo dopo un'oretta di dovuta pausa contemplativa. Il lago e l'alpeggio che abbiamo lasciati deserti all'alba si sono trasformati in un carnaio assurdo. Gente ovunque e di tutti i tipi. Chi ha scambiato un prato per Piazza Duomo, chi per Woodstock, chi forse ha sbagliato strada e non capisce dov'è l'after hour e aggroviglia la fronte sopra un paio di enormi Rayban a goccia, chi porta per mano la tipa aspettando di trovare una boutique dove comprarle un reggiseno 5° misura coppa C con stella alpina firmato D&G, e così via. Divertente come un film di Pasolini…
Più a valle, dopo pranzo, incontriamo un gruppo di bloggers facenti capo ad una nota Dj della radio: Paoletta. Non conosciamo ovviamente nessuno ma giocando in casa sappiamo subito tutto di tutti. A questo punto birra e sole sono gli ingredienti che ci portano nel magico mondo del relax puro e semplice. Conosciamo a breve alcune persone con cui passiamo una piacevole oretta; sono del sud ma lavorano in una cittadina del lago Maggiore. Simpatici e gradevoli.
Essendo un blog materia di naturale interesse per il sottoscritto (…) scambio qualche battuta con alcuni partecipanti al Paolettablograduno. Mi stupisco di sentire che girano tutta l'Italia per ritrovarsi al di là del monitor e conferire così fisicità ad un'azione per lo più "virtuale". Chi per un motivo chi per un altro questi ragazzi son disposti a fare davvero parecchia strada per vedersi e trascorrere insieme un tempo "diverso" da quello abituati a passare nel blog. Curioso ma positivo direi.
Di sicuro quella che più mi ha colpito è una certa Miky: fuori come un balcone! Ci siam visti anche la sera prima all'aperitivo ed aveva ancora addosso un profumo di docciaschiuma davvero buono, ma ahimè non ha saputo dirmi di cosa si trattasse… Comunque simpatica, come del resto tutte le (poche) bresciane che ho conosciuto…poi quell'accento, forte davvero! Paoletta mi capitava di ascoltarla quando lavorava a radio deejay e per caso allora avemmo pure un breve scambio di mail in cui mi chiedeva delle foto del panorama dalla finestra del mio studio che si trova fra i boschi. Leggendo di lei sul link del blog che mi è stato inviato e vedendola a Devero, capisco perfettamente da dove era nata la richiesta di quelle foto. Non ti conosco gentile Paola ma se sei riuscita a non farti travolgere dal quel mondo artificioso in cui ti trovi a lavorare allora non posso dirti altro che: continua così che sei vera!
Si fa sera e decidiamo di tornare un po' più in alto per la cena e la notte. Nonostante le intenzioni fossero quelle di una tranquilla chiusura domenicale, incontriamo il conte Brocca…è la fine!
L'ultimo Ghemme '03 da 14° lo stappiamo alle 23:00 ma la stanchezza a questo punto non lascia più tregue e dobbiamo infilarci a letto…
Che dire del week-end? Ti ringrazio sconosciuta compagnia…dai silenzi di una vetta senza tempo.
Remember…I AM YOU AND WHAT I SEE IS ME. ;-)



giovedì 26 luglio 2007

ECHOES

Overhead the albatross hangs motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
In labyrinths of coral caves
The echo of a distant time
Comes willowing across the sand
And everything is green and submarine

And no-one showed us to the land
And no-one knows the where or whys
But something stirs and something tries
And starts to climb towards the light

Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
AND I AM YOU AND WHAT I SEE IS ME
And do I take you by the hand
And lead you through the land
And help me understand the best I can

And no-one calls us to move on
And no-one forces down our eyes
And no-one speaks and no-one tries
And no-one flies around the sun

Cloudless everyday you fall upon my waking eyes
Inviting and inciting me to rise
And through the window in the wall
Come streaming in on sunlight wings
A million bright ambassadors of morning

And no-one sings me lullabies
And no-one makes me close my eyes
And so I throw the windows wide
And call to you across the sky

Pink Floyd 1971

mercoledì 25 luglio 2007

IN CIMA AL MONDO

"Ok allora a sabato...non preoccuparti, servono solo un sacco a pelo e le solite cosette per una notte fuori."
Dopo la festa ci lasciammo così, senza nemmeno prevedere una cena infrasettimanale a base di sushi e sashimi. Una semplicità incredibile senza malizia alcuna. Quella solita e patetica sensazione per lo più imposta dall'esterno dentro la quale sto molto stretto ogni volta che capita. Nulla di tutto ciò. Solo una sana e naturale voglia di stare insieme senza alcuna promessa/premessa.
Si parte al pomeriggio di un sabato che non sa bene se essere uggioso o solare. Una salita secca per portarsi alla prima quota che conduce al ripido sentiero che porta al bivacco delle meraviglie. Fa molto caldo. Per fortuna le nuvole ci aiutano e rendono meno impegnativa la salita. Finalmente dopo solo un'ora e tre quarti contro le 2 e mezza delle indicazioni cartacee arriviamo alla meta.
Siamo fortunati: non c'è nessuno. I bivacchi non sono gestiti da personale fisso e sono aperti tutto l'anno ad uso di alpinisti e trekker. Tutto si basa sulla fiducia come infondo dovrebbe sempre essere…
Tutta la fatica fatta svanisce in due fasi: la prima osservando il panorama, la seconda entrando in quella casetta che da fuori sembra decisamente poco accogliente.

Entriamo. Rispetto al rivestimento esterno, l'interno è sorprendente. Legno ovunque. I pavimenti, le pareti, e il soffitto sono in larice; lo stesso dicasi per cassapanca, tavolo e credenzetta. A 2420 mt di quota, in mezzo al nulla ma dentro al tutto, non ti aspetti una cosa simile.
Scendiamo prima di tutto a lavarci nel laghetto di fianco. E' indescrivibile la sensazione della sera che arriva con gli ultimi raggi di sole arancioni che illuminano la pelle nuda e ancora umida tingendola d'oro. Il profumo delle fragranze di un detergente delicato su tutto il corpo e un tepore dolce come la vita irradiano l'anima.




E il silenzio assoluto, intervallato solo dall'elegante fruscio delle ali di un'aquila che se ne passa regale poco distante da noi…Una solitudine che mi fa sentire in mezzo a tutte le persone che porto nel cuore.
La forza di un fiorellino capace di crescere solitario al centro di una roccia mi da la carica per andare a preparare la cena: aperitivo, grigliata di carne e dolce…tutto portato da noi nello zaino, compresi cabernet, nebbiolo e grecanico passito!
Mentre la carbonella fa lentamente il suo lavoro, l'ultimo sole incendia l'ambiente lasciando a poco a poco il posto all'oscurità…

All'interno accendiamo una miriade di candeline, unico (per fortuna) sistema di illuminazione. Ciò che si scorge dalle finestre è surreale. Sembra di essere a cena da un certo dio sull'undicesima nuvola, in via dell'eden! Non manca nemmeno la musica di qualità grazie alle nuove tecnologie…
Di li a poco si fa viva anche un'altra divinità sempre ben accetta: Bacco. Le sue carezze gentili amplificano ancor di più (per quanto possibile) sensazioni che vi auguro di provare almeno una volta nella vita.
Fuori il cielo stellato sembra a pochi metri di distanza e non ci sono più parole…