mercoledì 5 settembre 2007

QUATTRO PASSI IN PARADISO

Certo che dopo una cenetta a base di affettati nostrani misti, tortelli ricotta e spinaci al burro d'alpe, svizzera al tomino fuso e contorno di piselli e salsiccia, il tutto bagnato da una bottiglia a testa di nero d'avola, svegliarsi alle 5:30 per una camminata non è proprio entusiasmante!
Comunque usciamo dalla baita che è ancora semi buio.
Ci aspettano circa 2000 metri di dislivello per arrivare in vetta ed altrettanti per tornare da dove siamo partiti...Stica!
All'inizio siamo io e Jack ma abbiamo appuntamento con altri 4 amici in un punto preciso alle 6:30. Infatti, quasi puntuali ci troviamo al punto prestabilito.
Iniziamo la salita che si fa subito ripida. Dopo una mezz'oretta mio fratello è costretto ad abbandonare per riaccompagnare nostro cugino a valle a causa di uno "strano" problema alle ginocchia. Rimaniamo in quattro.






Partiamo con passo deciso e in breve ci troviamo già a quote interessanti accarezzati da un dolce sole mattutino. La temperatura è intorno allo zero ma non avvertiamo freddo nonostante indossiamo solo una canottiera in microfibra.

Il panorama si fa sempre più emozionante. Siamo sopra la foschia che invade il mondo sottostante ed in qualche modo ci sentiamo parte di un elite...in fondo sentiamo e vediamo quasi tutto dall'alto!

L'arrivo in vetta alle ore 10:20 dopo 3 ore e 40 minuti di "passeggiata", col fatidico abbraccio tra di noi, è indescrivibile. Io ho gli occhi lucidi per l'emozione. Non capita quasi mai ma col "Cerva" ho un rapporto particolare, personalissimo, intimo...Una sorta di amore incestuoso dato che mi sento un po' suo.. Quassù, a soli 3211 metri sul livello del mare sembra di essere in cima al mondo. Oltre ogni cosa. Quassù non vi sono i problemi della frenesia urbana che sta consumando l'umanità. Qui è tutto come migliaia di anni fa. Tutto è così e tutto così rimarrà. E nessuna arroganza, e nessuna pretesa potrà mai cambiare questo stato di cose perchè se provi a sentirti superiore quassù, semplicemente, muori.

Dopo un bel brindisi alla vita, un sonnellino e qualche carezza a quella roccia, iniziamo la discesa. Qualcuno prova anche a farla a nuoto!!!
Qualcun altro appende anche le crocs al palo per una sorta di commemorazione alla comodità (mah...!?)
Arriviamo a valle a metà pomeriggio e ci fiondiamo, soddisfatti e carichi di vita, in una festa campestre organizzata dai pastori che hanno "scaricato l'alpe" ovvero che hanno portato le vacche in basso per la stagione invernale.
Termina così un giorno semplicemente unico.
Grazie amici miei.
Grazie Cervandone.

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