lunedì 26 maggio 2008

RAIN AND WITCHES

Una domenica di maggio e l'alterazione reale di un sogno.
Apro gli occhi all'improvviso senza sapere perchè. Sfilo la lampo del sacco a pelo e mi piazzo seduto con le gambe fuori dal letto. Cerco di riconnettere tutte le funzioni psicofisiche nel più breve tempo possibile...ma non è facile.
Tutti gli altri dormono profondamente.
Mi avvolgo in una coperta e scendo di sotto come un imperatore dell'ignoto.
Fa freschino ma nel camino la brace è ancora rossa.
Sul tavolo è rimasto il caos di una notte chimica. C'è di tutto.
Premo play nel lettore cd ancora in stan-by e In Rainbows riparte insieme alla fiamma del camino che ho faticosamente riempito. Decido che Jigsaw Falling Into Place è troppo per quell'ora e mi porto su Nude. Vado in bagno sperando che l'acqua fresca mi riporti tra gli umani e in effetti, la botta gelida riattiva quella combriccola di neuroni ancora immersi nel Jack!
Riporto velocemente l'ambiente ad un aspetto accettabile e mi bevo un caffè al volo, nella più completa libertà, davanti al camino ormai in piena attività.
Mi vesto e decido che è tempo di uscire per entrare nel mondo.
Piove, le nuvole sono basse e la temperatura quassù non ha niente a che vedere con maggio: stupendo.
E' mattino inoltrato ma non c'è in giro un'anima. Non potrei chiedere di meglio...
Decido di andare con l'iPod sulle rive di un laghetto immerso fra i larici e chiamato correttamente "lago delle streghe".
Non ho con me strumenti per la misurazione del tempo. Qui non esiste "il tempo".
Osservo i pesci danzare in quell'acqua cristallina e boccheggiare tra i mille cerchi concentrici creati dalla pioggia sulla superficie.
Tolgo le cuffie e godo del concerto naturale che il pianeta mi sta regalando. Questo insieme di suoni e visioni mi entra dentro al punto che non riesco più a distinguere cosa sono io e cos'è quello che mi circonda. Gocce dal cielo, gocce di gioia dal viso, gocce ovunque. Mistici gorgoglii dal terreno e un vento sottile che si insinua tra le fronde degli alberi secolari che mi circondano.
Non c'è nessuno quassù. Nemmeno io. E' tutto in me e io sono nel tutto.
Non so quale anno sia e non so se tutto questo ha mai avuto inizio perchè so che non può avere una fine. Niente può portarti via qualcosa che non puoi possedere.
Un inscindibile filo diretto con l'eternità...
Riders on the storm...
Riapro occhi da tempo chiusi.
Rientro lentamente, senza un vero perchè.
Ma forse, in realtà, sono ancora lassù.

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