Lo so. Sto trascurando il blog.Una serie di combinazioni sfortunate fra tempo e possibilità di un accesso al web hanno rallentato le pubblicazioni.
La foto sopra l'ho scattata pochi giorni fa. Mi son sentito "uscire" dal corpo di un bambino che tirava i sassi nell'acqua per essere proiettato dietro di lui, molti anni dopo, a riprendere me stesso in uno dei momenti più belli e spensierati dell'infanzia.
Una sensaziona strana ed estrema. In un istante ho sentito in me il tempo e la sua precarietà. Non esiste un tempo. Semmai esiste il nostro essere sempre in ogni tempo.
Con uno scatto ho sentito di essere in viaggio in qualcosa che non ha dimensione.
Un tramonto.
Un alba.
Un vecchio.
Un bambino.
Troppo spesso misuriamo la vita solo in funzione della nostra capacità di prenderne quanta più possibile. Quel giorno, un istante è divenuto la storia di un'esistenza in perenne mutazione.
Tredici anni o poche settimane. Tredici anni o un giorno.
La vita e le persone spesso sanno crudelmente insegnarci quanto inutile sia vedere in termini di quantità le cose.
Prima il click dell'otturatore...
Poco dopo lo splash del sasso nell'acqua...
Ora il silenzio armonico di mille cerchi concentrici che si propagano come il più semplice e meraviglioso degli spettacoli messi in scena dalla natura.
Godete in silenzio amici miei, è tutto davanti a voi.





L'arrivo in vetta alle ore 10:20 dopo 3 ore e 40 minuti di "passeggiata", col fatidico abbraccio tra di noi, è indescrivibile. Io ho gli occhi lucidi per l'emozione. Non capita quasi mai ma col "Cerva" ho un rapporto particolare, personalissimo, intimo...Una sorta di amore incestuoso dato che mi sento un po' suo.. Quassù, a soli 3211 metri sul livello del mare sembra di essere in cima al mondo. Oltre ogni cosa. Quassù non vi sono i problemi della frenesia urbana che sta consumando l'umanità. Qui è tutto come migliaia di anni fa. Tutto è così e tutto così rimarrà. E nessuna arroganza, e nessuna pretesa potrà mai cambiare questo stato di cose perchè se provi a sentirti superiore quassù, semplicemente, muori.
Qualcun altro appende anche le crocs al palo per una sorta di commemorazione alla comodità (mah...!?)
