mercoledì 23 aprile 2008

SAPER ESSERE VERI

Con Silvano a volte mi trovo molto in sintonia.
Ecco perchè pubblico uno stralcio dal suo "Diario Azzurro"


DIARIO AZZURRO n.233 del 22.04..2008
di SILVANO AGOSTI

Elogio dell’autonomia.

L’aspetto più misterioso che l’attuale cultura dei sentimenti rivela, è espresso dal fatto che quasi tutte le persone sposate e conviventi, superati i cinquant’anni, alludono in modo più o meno diretto al disastro della loro unione. Prestando attenzione ai modi del parlare e del gesticolare le “coppie” rivelano una profonda disistima reciproca, fino a giungere alla degradazione del disprezzo dell’uno per l’altro.La donna di una delle coppie meno infelici tra quelle che frequento mi ha detto chiaramente riferendosi al suo compagno “Mio marito, ti posso dire dopo circa quarant’anni di matrimonio, corrisponde forse al due per cento di quello che mi aspettavo da lui, quando ho deciso di offrirgli la mia vita.”Il due per cento, ovvero 98 per cento di delusione e di sconforto, portati avanti in ossequio a norme di vita a mio parere ferocemente estranee alle naturali necessità sia degli uomini che delle donne.E si tratta di una coppia ideale…Il territorio col quale si rende quasi indispensabile la concezione di sottomissione della donna, con la scusa di farne una moglie, con la scusa di farne una madre, parte dal rendere inconcepibile, per la grande maggioranza delle donne, poter credere in se stesse al punto da saper creare una condizione di vita autonoma e indipendente, senza dover ricorrere alla “protezione” di un uomo, che, con la scusa di essere il marito e con la scusa di essere il padre gestisce il potere di sopravvivenza del nucleo familiare, creando in tutti gli altri membri il disagio di una inflessibile dipendenza.Entrando in ogni “famiglia” si respira una tensione inevitabile dovuta appunto ai meccanismi della convivenza. Meccanismi utili e indispensabilise temporanei, fino al concludersi dell’adolescenza, ma pericolosi e crudeli se troppo protratti nel tempo.Ecco perché in Kirghisia, il paese della mia vita, dove nessuno lavora più di tre ore al giorno, si è risolto questo penoso problema regalando una abitazione a tutti i cittadini al compiersi del loro diciottesimo anno.Ecco così che mi sento di consigliare, per potersi veramente amare, di condividere la vita ma non l’abitazione.E a testimonianza del peso terribile che a volte ragginge l’obbligo della convivenza, mi tornano sempre in mente le parole roventi del direttore di una Istituzione a Parma, che mi ha detto fissandomi negli occhi.“Signor Agosti, so che sta facendo una inchiesta sull’amore. Ebbene io le dico che il sabato sera sudo, rantolo, arranco sopra mia moglie, ma c’è un pensiero che mi sostiene, che poi per tutta la settimana sarò libero.”

1 commento:

Eli ha detto...

Chissa' se l'idea di pubblicare questo post ti e' venuta dopo quello di cui abbiamo parlato l'ultima volta....voglio illudermi che sia cosi'.