giovedì 17 febbraio 2011

BENIGNI - MAMELI - SAN REMO

Un uomo che l'Italia può vantarsi di annoverare tra i suoi cittadini contemporanei.
Un momento, l'unico, capace di trasportare lontano da un carrozzone idiota come quello in cui si è trasformato un festival che un tempo poteva dirsi "della canzone italiana".
Roberto Benigni in un'interpretazione unica, dura e profonda.
Poi di nuovo l'oblio.
L'inutile presenza di corpi inutili sopra un palco utile per soli 60 minuti.
Frasi fatte e recitazioni penose.
I vesiti della canalis e quelli della sudamericana.
Il pubblico delle botulinas.
La morte culturale, spirituale, celebrale di un paese che deve tornare a vivere il prorpio rinascimento.
Oggi gli invasori e le neoplasie si chiamano grande fratello, amici, facebook, studioaperto...
SVEGLIAMOCI! L'urlo accorato del comico toscano.
Povera Patria...di lei resta un inno che riporto nella sua totalità.


INNO DI MAMELI

Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica Bandiera,
una speme: Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte S
iam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

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