martedì 3 luglio 2007

UN TEMPO AVEVAMO LE BRANCHIE

Ne sono certo. Vi fu un tempo remoto in cui volavamo tra alghe e coralli sbattendo una coda.
Lo comprendo. Lo sento non appena scivolo nell'acqua cristallina e sento svanire la forza di gravità.
Intelligentemente questo sabato sera sono riuscito ad evitare l'uscita notturna, anche grazie ad un’uscita in parete che si è prolungata molto più del previsto.
Così, domenica mattina, finalmente dopo molti week-end da paura, mi risveglio riposato all'alba delle 7:30! Il tempo non è eccezionale in quota dunque optiamo per un bel canyoning sotto gli 800 metri.
Ci troviamo in 5 nella piazza del paese e partiamo alla volta delle falde del fiume Toce, una specie di Eden per fortuna ancora poco noto ai meno rispettosi di una certa natura…
Il viaggio in auto è relativamente breve. Arriviamo in una piazzola circondata da castagni dove parcheggiamo e iniziamo la vestizione. L'abbigliamento è costituito da: muta da 5 mm intera con cappuccio, calzari, scarpe antiscivolo, guanti, caschetto, imbraco, cordini e moschettoni vari. Non so se avete mai indossato una muta nuova e spessa ma vi garantisco che non è un impresa da poco! E' come infilarsi una seconda pelle di due taglie in meno e col caldo di questi giorni in 3 minuti ti fai una sauna che in un centro benessere durerebbe 1 ora e mezza. Se poi malauguratamente non hai posizionato bene gli attributi durante l'operazione, dopo aver fatto i primi 2 passi capisci che devi ricominciare tutto da capo altrimenti il giorno dopo ti prendono nel coro dell'Antoniano! Una fatica mostruosa!!
Va beh alla fine ci infiliamo nel bosco che sembriamo cinque Diabolik appena usciti da una pentola a pressione. Arriviamo sul ciglio del canyon dentro cui dobbiamo calarci per finire nel fiume che si trova 40 metri sotto di noi. Un tipo di Milano inizia a cagarsi addosso (e non è bello se indossi una muta…) dicendo che non aveva mai fatto una calata in fune e che soffriva di vertigini. Mii, non lo invidiavo di certo ma fortunatamente la guida che ci accompagnava lo ha tranquillizzato facendogli capire che lo avrebbe fatto scendere lui.
Parto per primo io. Infilo la corda nel discensore e mi fiondo nel vuoto. Una meraviglia! Scendere tra quelle pareti glaciali è come fare un viaggio nel tempo. Un sogno.
Come ogni sogno però finisce con la sveglia che in questo caso era data dalla temperatura dell'acqua.
Mi sgancio e splash…la sauna di poco prima diventa un ricordo remoto. Pori, orifizi e protuberanze si miniaturizzano in un nanosecondo. Decido che è meglio nuotare! Raggiungo uno spiazzo di roccia e riesco ad uscire dall'acqua per dare l'ok agli altri.

In quel momento, in quel preciso istante, mentre giro lo sguardo alla mia destra e alla mia sinistra, mi accorgo di essere nella cantina del paradiso! Son sicuro che a cercar bene finirei per trovare qualche bottiglia di dio ben imboscata per le occasioni speciali! Dalla bocca, oltre al vapore, non mi è uscito altro che un uaaauuu!!!! (wow). Una sensazione unica, embrionale, placentaria. Dentro la terra e nell'acqua.
Pochi e rari raggi di sole arrivavano come fasci di proiettori abilmente manovrati da uno scenografo a caccia di un oscar.
Il canto degli uccelli rimbombava lontano e tutt'intorno, un coro di gocce provenienti dall'alto per finire su quella superficie color smeraldo da cui ero circondato, aumentava la magia di quel posto.
Decido di tuffarmi in quel mistero senza fondo e risalire fin dove possibile.




Mi sembrava di essere sul set di "Un tranquillo week-end di paura" ed evidentemente non ero l'unico a pensarlo visto che di li a poco, uno degli altri intona il famoso motivetto suonato col bangio dal ragazzino “strano”.
Riprendiamo la discesa nel senso della corrente e da lì in poi passiamo quattro ore e mezza di tuffi, calate più o meno panoramiche, nuotate, scivolate e di tutto di più. Cinque adulti, bambini per un giorno. Persino del freddo ci siam quasi dimenticati…… Quasi!!!
Un'avventura in uno dei luoghi più affascinanti in cui un essere umano possa trovarsi (o ri-trovarsi?).
Sono le 14:30 quando usciamo soddisfatti ed affamati come non mai.
Un sorriso reciproco e la tradizionale stretta di mano finiscono per chiudere quel incontro mistico.
Un giorno che rimarrà nel cuore di cinque persone che hanno scoperto di poter volare…sottoterra!


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