Un talento non si può inventare. Dopo aver percorso le vie di Montecarlo con Frank, chiacchierato con la splendida Lysa in una discoteca a New York perdendomi nei suoi occhi, eccomi ora tra gli scaffali di uno sfarzesco centro commerciale meneghino. Sono in ritardo all'appuntamento. Un ritardo di parecchi mesi. Un tempo voluto e necessario come quello dato al vino per migliorare, o agli uomini per diventare saggi. Galleggiando fra casalinghe curiose supero il reparto dei rotocalchi scandalistici evitando sguardi ammiccanti. Finalmente, alle undici di un pigro lunedì mattina sono in piedi davanti a Lui, proprio dove sapevo mi stesse aspettando. Allungo la mano consapevole che da li a breve, l'attesa sarebbe sfociata in un susseguirsi di eventi che ancora una volta mi avrebbero portato in giro per il mondo e dentro vite altrui.Caro Giorgio, "Fuori da un evidente destino" è la terza emozione che hai saputo regalarmi. Ho girato la quarta di copertina con un bonario sorriso accompagnato dal leggero movimento del capo e ciò che ai miei invisibili compagni di salotto ho saputo dire e stato semplicemente: "Però, quel Vito Catozzo..."Con sincero affetto "piemontese",Michele
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E con lo stesso affetto piemontese "quel Vito Catozzo" ti risponde, ti ringrazia e ti abbraccia...G
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