martedì 26 giugno 2007

WAYS REBUS 5



Qui termina il racconto in 5 puntate scritto molti anni fa da un ragazzo con molta fantasia...

“Beh, tanto vale scappare oggi se domani sarà la stessa cosa. Che vita sarebbe la mia? Quella di un fuggiasco? No grazie papà, preferisco finire in gelatina”.
“Non andrà così figliolo, è tutto organizzato. Ora cambiati ed esci a prendere il convoglio delle 16. Ci troviamo lungo la linea 17. Alla fermata MORESCO scendi e dirigiti verso la vecchia linea 3, quella gialla, e vai fino al capolinea. Li ti sta aspettando uno dei nostri che ti condurrà al vecchio avioporto Malpensa 2000 dove decollerai con un aviojet”.
“Dove andrò? E la mia vita qui? Morgana, la casa, lo studio? E che ne sarà di te papà?”
“Per il tuo bene non posso rivelarti la tua destinazione, è segreta. Per tutto il resto non preoccuparti, ho già predisposto tutto. Infine non temere per tuo padre, nessuno può farmi del male, sarebbe come un suicidio per loro…Ma adesso devi assolutamente andare, ci terremo in contatto”.
Ancora un po’ tramortito abbraccio un'ultima volta mio padre e mi dirigo verso la fermata.
Una volta seduto sul convoglio ho qualche minuto per pensare.
E' tutto così assurdo.
Milioni di anni di evoluzione inutili. Oggi la clava in mano ai più forti ha nomi più importanti, a volte si chiama nanotecnologia altre chimica molecolare altre ancora chirurgia nucleare ma alla fine…SBAM! – morte tua vita mia –
Arrivo al capolinea della linea gialla ed il trasporter indicato da mio padre è lì puntuale ad attendermi. Partiamo a tutta velocità ed in pochi minuti ci troviamo a Malpensa 2000 dove dietro un hangar ci sono alcuni aviojet pronti al decollo.
Salgo su quello indicatomi dall’autista.
Ad attendermi nel corpo centrale del velivolo, interamente rivestito di velluto beige e con undici eleganti poltrone rosse, c’è solo un assistente di volo.
“Benvenuto sig. Zildeman. La stavamo aspettando. La prego di sedersi, la poltrona farà il resto. Stiamo per decollare”.
Mi accomodo e, mentre il sedile si adatta gradualmente alle mie forme, qualcosa fuori dalla vetrocarlinga attira la mia attenzione: sull’aviojet accanto al mio c’è seduta una persona molto simile a me sia nell’aspetto fisico che addirittura nei vestiti; anch’essa sola ma del tutto immobile.
Dopo una leggera vibrazione ci alziamo in volo verticalmente in esatta simbiosi col velivolo accanto e a distanza molto ravvicinata, oserei dire paurosamente ravvicinata!
Non appena i reattori si girano la spinta provocata dalla mostruosa accelerazione è davvero emozionante.
Guardo fuori e mi accorgo che stiamo volando come se fossimo attaccati all’altro aviojet su cui si trova (e lo vedo bene…!) anche il mio improvvisato sosia.
Queste nuove vetrocarlinghe hanno la proprietà di farti sentire sospeso in aria attaccato ad una poltrona volante!
Dopo qualche minuto accade qualcosa di strano.
Con una mossa azzardata ci portiamo sotto la fusoliera dell’altro velivolo per poi scostarci subito in virata.
Il cuore mi schizza in gola quando una tremenda esplosione cancella dalla mia vista l’altro aviojet. Mentre ci allontaniamo a velocità supersonica mi rendo conto che qualcosa di terribile è accaduto oggi nei cieli sopra Milano.
Passano poche ore ed atterriamo in una località esotica.
Un’isola.
Forse una penisola…
L’assistente di volo mi consegna una valigetta indicandomi un trasporter poco distante.
Ringrazio e mi dirigo verso il veicolo.
Salgo e mentre vengo condotto chissà dove apro la valigetta in cui oltre ad una serie di documenti trovo anche un video messaggio di mio padre che mi spiega tutto sulla mia nuova identità, sulla mia tragica morte in volo poco dopo il decollo sopra i cieli milanesi e sulla mia “rinascita”.
Arrivo a destinazione davanti ad una casetta bianca circondata da un’incantevole foresta tropicale.
La porta si apre lentamente.
Una figura femminile avvolta in un leggerissimo velo bianco avanza elegantemente verso di me…
Morgana…
Dinanzi a noi solo l’oceano.
Un tiepido vento ci regala una dolce sensazione di benessere dinanzi ad uno dei più bei tramonti del pianeta.
Il profumo di quel mare color smeraldo, l’ovattato scroscio delle onde…
Chiudiamo gli occhi e ci abbandoniamo al piacere puro godendo fino in fondo di quell’attimo eterno…
della nostra nuova Vita.

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